Dacia, una storia lunga millenni si nasconde nel nome scelto per uno dei marchi automobilistici più discussi e accessibili d’Europa.
Il passato torna sempre, persino quando si parla di auto. Se oggi Dacia fa subito pensare a modelli spartani ma onesti, ottimi per chi bada al sodo e vuole un mezzo senza fronzoli, dietro questo marchio vive una tradizione che affonda le radici nell’Europa di duemila anni fa, dalla regione storica che dà il nome all’attuale Romania.
La curiosità nasce spontanea: cosa spinge una casa automobilistica, nata negli anni Sessanta, a un omaggio tanto impegnativo alla storia? Questa scelta, calcolata e simbolica, definisce fin dai primi giorni il DNA di un produttore rumeno votato alla praticità e alle esigenze concrete delle famiglie.
Le radici antiche di un nome moderno
Il legame tra passato e presente non si esaurisce con il nome. L’intera avventura industriale di Dacia parte proprio dalla volontà di colmare, velocemente, un divario tecnologico profondo. Siamo in Romania, metà anni ’60. Il Paese ha una necessità: offrire alle persone un’auto moderna, robusta, dal prezzo onesto, senza spendere anni in ricerca e sviluppo.

Così, il governo si guarda attorno. Si apre la caccia a una collaborazione con le più solide firme dell’Europa occidentale: Renault, Peugeot, Fiat, Alfa Romeo, Austin. Una gara vera, per portare sulle strade romene il progresso che cambia la vita.
Tocca aspettare la visita di Charles de Gaulle per sbloccare davvero la situazione. Dopo quell’incontro tra capi di Stato, il destino si compie: sarà Renault il partner. Il piano è spartano, senza giri di parole – produrre vetture su licenza, da assemblare in casa, ma con componenti fornite dalla Francia.
Si parte così. La primissima Dacia, la 1100, riprende forma e anima dalla Renault 8: semplice, concreta – una quattro porte senza pretese per una nazione alla ricerca di normalità su quattro ruote. La produzione decolla a Mioveni, vicino a Pitești, nello stabilimento destinato a diventare simbolo dell’industria locale.
Non si perde tempo. Già nel 1969, la gamma si amplia: arriva la 1300, basata sulla Renault 12. Per i successivi vent’anni, la 1300 diventa una presenza fissa sulle strade dell’Est. Da quel modello, Dacia sviluppa una costellazione di varianti, percorre la via della quantità: oltre due milioni di esemplari prodotti, tra gli anni Settanta e Ottanta.
La storia cambia volto dopo il 1989. Da lì in avanti, anche in Romania arriva il vento della novità. Nuovi modelli, primati industriali: Liberta, Nova – quest’ultima è la prima completamente concepita in patria. Renault entra in gioco da protagonista nel 1999: prima con il 51%, poi con il controllo totale, lanciando una rivoluzione per l’azienda e per il mercato.
Nel 2021 la storia accelera ancora: arriva Spring, la prima elettrica. Nel 2022 la Jogger ibrida. Sempre lo stesso mantra: accessibile, concreta, senza eccessi. E sempre con un nome che sa di storia vera, di frontiere antiche e di nuove strade da esplorare.