Dacia Sandero ha conquistato l’Europa, ma nasconde alcuni punti critici che è meglio conoscere prima dell’acquisto.
La terza generazione di Dacia Sandero continua a dominare le classifiche di vendita europee con la sua formula vincente: prezzo contenuto e design moderno che non sfigura nei parcheggi cittadini. Disponibile nelle versioni benzina, GPL e mild hybrid, questa berlina compatta ha saputo rinnovarsi mantenendo il dna di accessibilità che l’ha resa famosa.
Ma cosa emerge dopo i primi mesi di utilizzo quotidiano da parte dei proprietari e dalle analisi dei meccanici specializzati? Molte sono le lamentale, registrate da un sito specializzato e autorevole del settore, come autoricambitritella.it, che vive ogni giorno in mezzo all’uso reale delle vetture.
L’elettronica di bordo mostra i primi cedimenti: Il sistema multimediale rappresenta il tallone d’Achille più evidente: lo schermo touch spesso non risponde con la prontezza che ci si aspetterebbe, i blocchi improvvisi del software sono tutt’altro che rari, mentre la connessione con Android Auto e Apple CarPlay può interrompersi senza preavviso.
Anche i sensori di parcheggio dimostrano qualche incertezza di troppo, alternando falsi allarmi a momenti di silenzio quando invece dovrebbero attivarsi. La buona notizia è che molti di questi inconvenienti si risolvono con aggiornamenti software, ma restano fastidiosi nelle prime settimane di utilizzo.
Le sospensioni privilegiano il contenimento dei costi al comfort: la taratura risulta piuttosto secca, soprattutto quando si affrontano dossi o pavimentazioni dissestate. Chi percorre abitualmente strade urbane con sampietrini o chi affronta lunghi viaggi autostradali potrebbe trovare il comfort inferiore alle aspettative. Il problema si accentua nella versione Stepway, dove l’assetto leggermente rialzato amplifica la trasmissione delle irregolarità del terreno all’abitacolo.
Gli interni rivelano la natura economica del progetto: pur essendo migliorati rispetto al passato, i materiali restano chiaramente orientati al risparmio: plastiche rigide che si graffiano facilmente e un isolamento acustico che a velocità sostenute lascia filtrare più rumore di quanto sarebbe auspicabile. Chi cerca raffinatezza negli interni dovrà guardare altrove.
Il cambio manuale non convince per precisione: gli innesti possono risultare duri o imprecisi, principalmente nelle marce più basse, mentre la fluidità generale delle cambiate non è sempre all’altezza delle aspettative. Alcune unità hanno manifestato problemi al sistema di frizione già prima dei 20.000 chilometri, un aspetto che merita attenzione soprattutto per chi privilegia uno stile di guida sportivo.
La versione GPL nasconde qualche insidia: chi sceglie la motorizzazione Bi-Fuel per risparmiare sul carburante può imbattersi in comportamenti anomali: passaggi automatici dalla modalità GPL alla benzina anche con il serbatoio gas pieno, difficoltà nelle accensioni a freddo durante i mesi invernali e cali di prestazioni in accelerazione quando funziona a gas. In alcuni casi è stato necessario sostituire il riduttore di pressione o aggiornare la centralina di gestione.
I punti di forza restano predominanti: nonostante questi aspetti critici, la Sandero mantiene vantaggi concreti: la rete di assistenza Dacia-Renault è capillare sul territorio, i ricambi hanno costi contenuti e restano facilmente reperibili, mentre la garanzia di tre anni o 100.000 chilometri copre la maggior parte degli inconvenienti più comuni. La manutenzione programmata non presenta sorprese in termini di costi.
La Sandero rimane una scelta sensata per chi cerca un’auto nuova, affidabile per gli spostamenti quotidiani e con un rapporto qualità-prezzo difficile da battere nel segmento. Ci sono, sì, piccoli problemi che possono creare disagi specie nelle prime settimane. A voi valutare se siano così importanti, a moltissimi la Sandero continua a piacere, e con piena ragione.
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