Non lo butta giù nemmeno un carro armato. Ecco il SUV giapponese che sfida la fisica. Tutti i dettagli.
Prendete un’auto giapponese e mettetela sotto stress con tanto di evoluzioni che mai ci aspetterebbe da una quattro ruote permettendole addirittura di sfidare le leggi della fisica. Per chi pensa che sia solo fantasia, sappia che non lo è affatto, perché in Giappone ci hanno provato e ce l’hanno fatta davvero. Protagonista di questa sfida fuori dal comune un SUV. Ebbene sì, il veicolo dalle forme più voluminose è stato al centro di uno strano esperimento che ha lasciato tutti sorpresi.
In molti si staranno domandando il motivo di una simile iniziativa e la risposta è molto semplice e riguarda una “banale” questione commerciale. In un’epoca in cui la vendita delle vetture scarseggia i costruttori non sanno più cosa inventarsi per solleticare l’interesse e la curiosità dei clienti, e dare prova di saper costruire veicoli indistruttibili poco bisognosi di spese di manutenzione.
Honda stupisce con il SUV, il suo Passport TrailSport resiste a tutto
Il marketing, si sa, fa molto se non tutto e molto spesso risulta cruciale per la riuscita e il successo di un prodotto. Solitamente quando si tratta di pubblicità televisive riguardanti una nuova automobile lo scenario è perlopiù quello di una strada solitaria o di un percorso cittadino dove incredibilmente il traffico scarseggia, ma Honda per dare dimostrazione di quanto sia resistente il gancio di traino di nuova progettazione ha avuto un’idea decisamente fuori dal comune.
Appendere una serie di Sport Utility Vehicle ad una gru a 40 metri di altezza. Ovviamente non parliamo di veicoli x, ma dell’inedito Passport TrailSport. Il senso è dunque quello di prendere due piccioni con una fava e di dare prova che in caso di necessità possono essere trattenuti fino a 6mila kg, allo stesso modo di quanto il modello 2026 sia possente e come tale in grado di muoversi agilmente su ogni tipo di fondo, in particolare lo sterrato.
Per quanto riguarda il marchio nipponico è un debutto nell’utilizzo di punti di recupero anteriori esposti ed accessibili, e i primi mezzi su cui verrà adottato tale sistema sono proprio le versioni standard ed elite del succitato SUV. Per quanto possa sembrare poco rilevante, tale soluzione è al contrario geniale in quanto risolutiva nei casi più estremi. Inutile dire che per tale progettazione siano state impiegate ingenti risorse
