La sentenza della Cassazione mette in difficoltà governo e comuni: verbali stracciati, ecco cosa sta succedendo.
La nuova normativa del Codice della Strada voluta dal governo qualche mese fa prevede giustamente sanzioni particolarmente rigide per chi non rispetta le regole, soprattutto se si tratta di quelle infrazioni che rientrano tra le principali cause di incidente stradale, come per esempio l’eccesso di velocità. Su questo fronte, però, sanzionare si sta rivelando più complicato del previsto per via della delicata questione legata agli autovelox.
Questi dispositivi sono fondamentali per garantire la sicurezza in strada e rilevare chi viaggia sopra i limiti consentiti dalla legge. Sono però anche oggetto di forte contesa: molti infatti ritengono che molti comuni abusino degli autovelox, e li utilizzino più per fare cassa che per reali motivi di sicurezza. Ma non è l’unico oggetto di forte discussione (oltre che di grattacapi per il governo e per i comuni): l’utilizzo di questi strumenti è infatti regolamentato per legge, ma qualcosa non funziona come dovrebbe.
Autovelox, la sentenza della Cassazione parla chiaro: rischio ricorsi
Come ribadito più volte dalla Cassazione, per essere ritenuti legittimi gli autovelox devono essere approvati e omologati, due procedure differenti e distinte. L’autorizzazione attesta che l’autovelox è stato costruito seguendo le linee guida del ministero, l’omologazione ne certifica invece il funzionamento. A questo si aggiunge la taratura, il controllo cioè che periodicamente deve essere fatto sul dispositivo per accertarsi che funzioni correttamente.

Sembrerebbe tutto chiaro, se non fosse che dal 1992 (anno in cui è stato approvato l’articolo del Codice della Strada che stabilisce questo) nessuno abbia mai fatto un decreto che dica quale sia la procedura da seguire per omologare gli autovelox. Il risultato è che la gran parte dei dispositivi non è omologato, e le multe trasmesse tramite questi sono dunque non valide. Negli ultimi mesi, a partire proprio dalle prime sentenze della Cassazione in questo senso, sono molti gli automobilisti che hanno fatto ricorso e si son visti stracciare il verbale. Nemmeno i tentativi del governo di mettere una pezza con circolari sono andati a buon fine.
Ora l’esecutivo dovrà trovare una soluzione per stabilire finalmente come omologare gli autovelox se vuole evitare una volta per tutte di avere continui ricorsi. Intanto, il ministro Salvini ha chiesto che venga fatto un censimento dei dispositivi per avere chiara la situazione e capire quanti autovelox ci siano nel paese.