Stop definitivo alla produzione e ora c’è preoccupazione per i dipendenti. La decisione di Stellantis è drastica.
Ha fatto parte della sua storia per 120 anni, ma ora è arrivata la fine. Con l’ultimo esemplare a marchio Vauxhall, la Opel per i non inglesi, è calato il sipario su una collaborazione solida che ha visto finora avvicendarsi molteplici generazioni di veicoli e di dipendenti. E’ bene sottolineare che non si tratta di una decisione arrivata come un fulmine a ciel sereno, ma già annunciata lo scorso novembre nell’ottica di un piano di ristrutturazione stabilito dal contestato amministratore delegato Carlos Tavares, dimissionario a inizio dicembre.
A rendere nota la chiusura definitiva è stata dunque la stessa Stellantis, la quale ha comunque rassicurato tutti che non verrà perso nemmeno un posto di lavoro grazie all’apertura di una sede a Ellesmere Port, nel Cheshire. Le ragioni che hanno portato il manager a dire basta alla produzione sono chiare e legate all’esigenza di far convergere tutte le risorse indirizzate alla costruzione di auto elettriche in un unico sito, così da risparmiare e al contempo dare l’idea di solidità e di presenza di peso sul territorio.
Stellantis chiude lo stabilimento di Luton, rilascio l’ultimo van
Venerdì 28 marzo 2025 sarà una data che i lavoratori britannici del Gruppo ex FCA a Luton si ricorderanno a lungo, in quanto è stato il giorno dello spegnimento delle linee e dei macchinari che per decenni hanno tenuto impegnati gli abitanti della tranquilla zona al nord di Londra, celebre per il suo aeroporto. Con una eco che sa di post rivoluzione industriale quando la maggior parte delle fabbriche trainanti del Paese erano collocate al nord ovest, tutte le attività, verranno spostate dunque non lontano da Liverpool.

Per buona pace di chi vive grazie allo stipendio Stellantis, il trasferimento sarà progressivo e comincerà il prossimo ottobre. L’investimento fino ad oggi operato è stato di 50 milioni di sterline che diventeranno presto 100. L’azienda si occuperà ancora di piccoli furgoni, quindi anche del Vivaro, ultimo mezzo rilasciato, ma perlopiù a zero emissioni. Al momento del primo annuncio non era tardata la reazione dei sindacati che avevano parlato di ennesima prova della strategia fallimentare messa in atto dal dirigente portoghese. Adesso nelle vesti di CEO ad interim c’è lo stesso presidente John Elkann, ma il progetto è comunque andato avanti mettendo a rischio diversi salari.