Notizia pazzesca, con la FIAT che è parte essenziale dell’economia italiana e quello che è successo lascia senza parole.
Tra i principali e più importanti simboli italiani da un punto di vista industriale ed economico vi è senza dubbio la FIAT, un marchio che negli anni ha saputo imporsi come un punto di riferimento per milioni di famiglie. Siamo di fronte infatti al colosso più venduto nel Belpaese, con la Panda che può essere definita a tutti gli effetti come la vettura degli italiani.
Il ruolo della FIAT è stato determinante anche dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando con le sue vetture di ottima caratura e a basso costo, ha fatto in modo che la maggior parte delle famiglie avesse un’auto per i propri spostamenti. Una condizione classica e standard al giorno d’oggi, ma decisamente poco comune al tempo, per questo motivo c’è un grande amore verso questo marchio.
Le cose però non sono sempre andate nel verso giusto, con la FIAT che ha avuto bisogno anche dello Stato e con una serie di decisioni che sono state anche oggetto di critica. In particolare vi fu un momento che cambiò la storia dell’azienda, con money.it che analizza la sliding doors in seguito a un episodio che ha coinvolto Gianni Agnelli.
Il crollo della FIAT: cosa accadde nel 1988
Il genio di Gianni Agnelli permise alla FIAT di diventare un marchio in grado di inglobare alcune leggendarie aziende, acquistando il 50% della Ferrari alla fine degli anni ‘60, gestendo così tutto il reparto della auto di serie. Anche il mitico Avvocato però commise degli errori, sottolineati su money.it, dove si sottolinea come il passaggio nel 1988 da Vittorio Ghidella all’economista Cesare Romiti fu il principio di una nuova epoca non sempre brillante.
Con Romiti infatti, la FIAT avrebbe dovuto pensare prettamente all’aumento degli utili, più che al numero di auto vendute, con questo che fu un chiaro diktat di Agnelli. Il benservito a Ghidella, un uomo che aveva portato la FIAT a superare nelle vendite anche la Volkswagen negli anni ‘80 e diventare la più richiesta d’Europa, fu dettato in seguito agli investimenti che questi aveva richiesto.
Le spese sarebbero state elevate per poter modernizzare la FIAT, con Agnelli che però diede il via a una pessima via. La casa italiana dunque non fu più vista come prima, ovvero come il simbolo della rinascita, ma da quel 1988 la percezione divenne simile a quella di una qualsiasi altra azienda, il che portò così a una serie di rinnovamenti fino al Gruppo Stellantis.