Una notizia inaspettata scuote il mondo dell’auto italiana: la produzione della Fiat Panda subisce un drastico taglio. La situazione solleva interrogativi sul futuro di questo modello iconico.
L’atmosfera a Pomigliano d’Arco è carica di tensione. La notizia del calo produttivo della Fiat Panda ha colto tutti di sorpresa, come un temporale in una giornata di sole. Chi avrebbe immaginato che questa piccola utilitaria, compagna fidata di tanti italiani, potesse trovarsi in acque così agitate?
Nei corridoi dello stabilimento Stellantis, si respira un’aria ancora più pesante. Gli operai continuano il loro lavoro, ma i volti tesi tradiscono la preoccupazione. Le voci si rincorrono, alimentando un clima di incertezza. Tagli alla produzione e cassa integrazione sono le parole che rimbalzano da un reparto all’altro.
La doccia fredda: i numeri non mentono
Dopo giorni di attesa, arriva la conferma ufficiale. I numeri, freddi e impietosi, dipingono un quadro allarmante. Biagio Trapani, segretario generale della Fim Cisl di Napoli, rompe il silenzio con una dichiarazione che suona come un campanello d’allarme: “La direzione ha ufficializzato un considerevole calo di richieste di Panda”.
Le cifre parlano chiaro: la produzione giornaliera scende da 395 a 320 vetture per turno. Un taglio netto che fa tremare i polsi. Lo stabilimento, che fino a poco tempo fa sfornava 800 Panda al giorno su due turni, ora si trova a produrne solo 640. Un crollo vertiginoso, considerando che la capacità massima, lavorando su tre turni, potrebbe raggiungere le 1.200 unità quotidiane.
Il fronte Alfa Romeo non offre consolazione. Tonale e la sua gemella americana Dodge Hornet faticano a decollare. La produzione si attesta su 270 unità al giorno, ben lontana dalle potenziali 840 sulle 24 ore. Un quadro a tinte fosche, che getta ombre lunghe sul futuro dello stabilimento campano.
La situazione è talmente critica che Stellantis ha deciso di ricorrere alla cassa integrazione. Dal 24 al 31 ottobre, le linee si fermeranno. Un silenzio assordante che peserà sulle 4.100 famiglie dei dipendenti di Pomigliano.
Le linee di produzione, un tempo brulicanti di attività, ora sembrano sonnecchiare. Il contrasto con le recenti notizie provenienti da Mirafiori è stridente. Lì, Carlos Tavares ha annunciato l’avvio della produzione della nuova Fiat 500 ibrida dal 2026. Un futuro che appare luminoso, in netto contrasto con le nubi che si addensano su Pomigliano.
La Panda, questa piccola grande auto che ha accompagnato generazioni di italiani, sembra trovarsi a un bivio. Resisterà fino al 2027, come previsto? O il calo della domanda costringerà a ripensarne il futuro? Solo il tempo potrà dirlo. Nel frattempo, gli appassionati e i lavoratori trattengono il fiato, sperando in una svolta positiva per questa icona dell’automobilismo italiano.
La situazione della Fiat Panda a Pomigliano è come quella di un motore ingolfato. Ci vorrà pazienza, determinazione e forse un po’ di fortuna per riportarlo a regime. Ma la speranza è che, come tante volte in passato, questa piccola grande auto saprà superare anche questa difficile prova.