Elkann si espone in prima persona in senato: l’annuncio del numero uno di Stellantis, fa ricca l’Italia. Ecco che cosa sta succedendo
I rapporti tra il governo italiano e Stellantis hanno attraversato momenti di grande tensione lo scorso anno. Le polemiche tra le parti sono state diverse: dal nome dell’Alfa Romeo Milano (poi ribattezzata Junior dopo le critiche del governo sul nome “italiano” di un modello prodotto all’estero), sino alla gigafactory di Termoli, per continuare con l’utilizzo del tricolore sulle auto, la delicata situazione degli stabilimenti tra tagli e cassa integrazione e non solo.
I punti di discussione, insomma, sono stati diversi, e possono essere sintetizzati da un lato nell’accusa mossa a Stellantis di voler spostare sempre più le proprie attività all’estero e progressivamente “smobilitare” la produzione italiana, e da parte del gruppo, di contro, nella richiesta di maggiori sostegni statali e di normative e direttive più chiare per poter sostenere il peso dei grandi costi e delle difficoltà della traisizione elettrica.
Tra i temi che l’anno scorso hanno fatto più discutere c’è stata la decisione di John Elkann di rifiutare l’audizione in parlamento richiesta da maggioranza e opposizione, una scelta motivata con il fatto che già poco prima l’allora amministratore delegato Tavares aveva parlato alle istituzioni e che non vi fosse dunque nulla da aggiungere. Da allora, però, le cose sono cambiate: Tavares ha lasciato il suo incarico, e i rapporti tra il governo e Stellantis in questo 2025 sono apparsi ben più distesi.
Una riprova di questo è anche la volontà di Elkann di accettare questa volta l’invito del parlamento. Il presidente di Stellantis ha sottolineato i tanti investimenti fatti in Italia in questi anni “sono stati pagati 38,9 miliardi di stipendi” ha ricordato, insieme agli oltre 14 miliardi di tasse pagate all’erario, che sale a 32 miliardi se si contano anche iva e imposte per i dipendenti. Elkann ha sottolineato anche sulla cassa integrazione “il saldo tra quanto l’azienda ha versato e quanto i lavoratori hanno preso è di meno 0,6 miliardi”. Tutte risorse che vanno ai lavoratori ma non all’azienda. Il marchio ha speso nello sviluppo oltre 50 miliardi, ricevendo 1 miliardo di contributi pubblici. “Un rapporto tra dare e avere di 50 a 1” ha detto Elkann. A tutto questo si aggiungono numerosi brevetti.
Stellantis, insomma, ha puntato e continua a puntare sull’Italia, con un nuovo piano già avviato per gli stabilimenti: dalla 500 a Mirafiori sino alla Panda a Pomigliano, e poi ancora la gigafactory a Termoli, l’Alfa Romeo Stelvio e Giulia a Cassino, la nuova Maserati a Modena e Jeep a Cassino.
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