Elon Musk e il suo ruolo all’interno di Tesla sono un affare da 30 miliardi di dollari: rischia di diventare l’investimento migliore di sempre pur non dovendo fare nulla
Il magnate di origine sudafricana è tornato a far parlare di sé dopo un periodo di silenzio. Questa volta non ci sono innovazioni tecnologiche da paura o viaggi interplanetari a sconvolgere il pubblico, ma la bellezza di 29 miliardi di motivi per non dire addio alla sua creatura elettrica.
Se andiamo a vedere cosa è successo a Tesla negli ultimi mesi abbiamo un quadro di certo poco brillante. La casa automobilistica più famosa d’America ha dovuto fare i conti con diversi problemi, legati al mercato, all’andamento delle vendite (al sorpasso patito da BYD) al ruolo politico del suo leader. Elon Musk ha giocato un match importante all’interno della campagna elettorale di Donald Trump, aiutandolo ad essere rieletto ma per finire in un conflitto verbale e di fatto. I due non si sono trovati su diversi aspetti e hanno separato le proprie strade. A livello di immagine tutto questo non ha aiutato il tycoon di origine sudafricana che ora deve fare i conti con una strana situazione all’interno di Tesla.
Elon Musk ha ottenuto dal consiglio di amministrazione un “anticipo” da 29 miliardi di dollari in azioni, praticamente per restare al suo posto, a capo dell’azienda. Questa decisione ha fatto schizzare in Borsa le quote di Tesla ma ha anche riacceso le tensioni tra gli investitori e la parte dirigenziale, anche perché l’immagine di Musk in questo momento e ai minimi dell’opinione pubblica americana.
Tesla versa 30 miliardi di dollari a Elon Musk: il motivo
Questa manovra finanziaria prevede l’assegnazione a Elon Musk di 96 milioni di azioni, dal valore nominale di 23,34 dollari, come stabilito nel 2018. Questo serve per rimborsare sulla carta l’imprenditore dopo che il maxi piano retributivo da 50 miliardi di dollari è stato bocciato lo scorso anno dal tribunale del Delaware.

Questo perché lo stesso Musk aveva minacciato di ridurre il suo lavoro e coinvolgimento all’interno di Tesla qualora la sua quota azionaria non fosse tornata almeno al 15%. Il consiglio di amministrazione gli è andato incontro e ha altresì chiesto di restare a capo dell’azienda per almeno i prossimi due anni e di non cedere le sue azioni per i prossimi cinque. Una sorta di scelta di blindare la figura del padre spirituale dell’Automotive elettrica americana, riconoscendogli la leadership assoluta e l’importanza strategica all’interno del gruppo di lavoro.
Dal punto di vista dei conti c’è però poco da sorridere visto che nell’ultimo trimestre c’è stato un calo degli utili addirittura del 16%, con un trend che continua ad essere negativo.