Approvata la nuova legge in Europa per quanto riguarda i prezzi di alcune vetture: è una vera e propria mazzata
ll mondo dell’automotive sta vivendo un momento davvero complesso. Anche nel mese di settembre il dato è negativo per quanto riguarda le vendite rispetto all’anno precedente. Un -10,7% e 121.666 auto immatricolate nel 2024. Un dato che fa riflettere e che ha spinto l’Unrae, Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, a chiedere al governo uovi incentivi, soprattutto per quanto riguarda la fascia delle vetture meno inquinanti.
D’altronde il mondo dell’automotive è in difficoltà già da tempo: i lunghissimi tempi di consegna delle vetture nuove a causa di mancanza dei chip, i costi sempre più alti del prezzo finale dell’auto, la benzina che almeno in Italia ha sempre livelli record (anche se nell’ultima settimana i prezzi al distributore sono decisamente calati).
Per il mercato europeo, peraltro, un’altra grande “mazzata” arriva dalla Cina. Sono sempre più, infatti, le case produttrici di Pechino e dintorni che realizzano auto low cost e sono pronte ad invadere il mercato europeo puntando sulla qualità ad un prezzo inferiore, proprio per sbaragliare la concorrenza.
Auto, ecco i nuovi prezzi: ha deciso l’Europa
Ecco perché l’Unione Europea è corsa ai ripari. I Paesi UE hanno dato parere favorevole all’introduzione di nuovi dazi per quanto riguarda le auto elettriche cinesi fino al 36,3%. Una risposta netta ai sussidi maxi elargiti da Pechino. Lo spiega l’Ansa che cita fonti da Bruxelles a margine del voto.
In realtà non è stato un vero e proprio voto ad hoc ma si è trattato di una sorta di non bocciatura: nel senso che non è stata raggiunta la maggioranza qualificata per mettere il veto sulla proposta della Commissione sui dazi ed in questo caso i dazi anti contro le auto cinesi possono essere approvati dall’esecutivo UE.
Ma quali Paesi hanno votato favorevolmente alla proposta di aumentare i dazi per le vetture provenienti dalla Cina? In 10 si sono dimostrati favorevoli, tra questi l’Italia e la Francia. La Germania, invece, ha guidato il fronte del “no” comprendente altri quattro Paesi mentre in 12 si sono astenuti come la Spagna.
Sulle vetture elettriche, quindi, i dazi definitivi sono del 17% per BYD, dato invariato rispetto ai dazi provvisori, del 18,8% per Geely e del 35,3% per Saic, di fatto in ribasso rispetto ai precedenti (rispettivamente del 19,3% e del 36,3%). Tesla, marchio statunitense, è stato invece oggetto di valutazione individuale. Il dazio per il marchio che produce esclusivamente auto elettriche è dl 7,8% n ribasso rispetto al 9% precedente.