In arrivo l’ennesima doccia fredda per la FIAT dopo lo scoppio della crisi Stellantis. La stangata è ufficiale.
Non conosce pace la FIAT, sempre al centro delle cronache sulla scia del crollo delle vendite di tutti i marchi sotto il tetto del Gruppo Stellantis. Come ben sappiamo le ultime settimane della joint venture sono state piuttosto febbrili a seguito delle dimissioni del contestatissimo amministratore delegato Carlos Tavares che, con atteggiamento severo, ha sempre tutelato poco la storia pensando di portare benefici, mai arrivati, alle casse aziendali tramite la delocalizzazione.
Il risultato è che, a dispetto di quanto hanno saputo fare i francesi di Renault trascinati da un più accorto e aperto di vedute Luca de Meo, da noi si naviga meno che a vista, tanto che il compassato e spesso assente presidente John Elkann si è presentato davanti a suoi dipendenti annunciando un periodo di forte difficoltà. Ebbene, al di là delle parole di chi gestisce la Casa torinese, un’altra notizia ha spazzato via quel poco di speranza che c’era almeno nel breve termine.
FIAT nei guai anche in Germania, il calo delle immatricolazioni è da non credere
Attualmente sotto la lente d’ingrandimento per quanto concerne il settore dell’auto in Europa c’è soprattutto la Germania. Il tonfo di brand blasonati come Volkswagen e Audi ha evidentemente stravolto un comparto che mai in precedenza aveva vissuto momenti delicati come quello attuale. E mentre anche a Berlino si parla di fabbriche chiuse e di migliaia di lavoratori licenziati, i dati, brutali, non fanno altro che confermare il trend.
Nelle patria di Michael Schumacher nel mese di novembre sono state registrate appena 124.251 immatricolazioni, ovvero il 10,8% in meno dello stesso periodo nel 2023. Il carovita e il lavoro ad intermittenza hanno portato l’utenza ad allontanarsi dal pensiero di acquistare un’autovettura nuova. Nello specifico i veicoli privati sono stati il 9,3 % in meno, mentre le cose vanno meglio, con un +4.3% per quelli commerciali a noleggio.
Guardando all’andamento dei marchi, si nota come FIAT stia soffrendo in maniera evidente, con un decremento delle consegne pari addirittura al 41,74%. Il costo dei modelli e il mancato allineamento con le esigenze contemporanee possono aver pesato considerato che all’opposto Peugeot ha visto un balzo in avanti del 78,5% e Toyota addirittura del 104,5%, con Citroen e Skoda a seguire più indietro con rispettivamente un +16,9% e un +16,5%.