Torna su Sky il documentario più atteso degli ultimi anni: lo hanno già visto moltissimi appassionati e non si può davvero perdere. Alcuni passaggi sono una rarità
Il prodotto della piattaforma satellitare è un pezzo unico, con dei racconti che ci riportano con la mente indietro a quegli anni. Una Formula 1 che al momento non esiste più, con personaggi del genere che oggi possiamo solo sognarci. Non è semplice nostalgia ma constatazione dei fatti.
Un documentario forse non è sufficiente per colmare quel senso di vuoti che ci portiamo dietro da 31 lunghissimi anni, ma di certo può aiutare a rivivere dei momenti davvero imperdibili. Ayrton Senna ci ha lasciato il 1° maggio del 1994, durante il Gran Premio di Imola e dal quel momento in poi la Formula 1 non è stata più la stessa. Un cambiamento dettato sia dalle norme di sicurezza più stringenti (meno male), sia dall’assenza di un fenomeno inimitabile e ineguagliabile. Dopo di lui ce ne sono stati altri di campioni del mondo, anche più vincenti, ma nessuno ha toccato quei picchi e quel carisma.
Per omaggiare il fenomeno brasiliano, Sky ha deciso di lanciare sul proprio canale Documentaries, Ayrton Senna – La leggenda, realizzato dal regista e amico Francis Megahy. Dal 20 agosto 2025 l’opera è disponibile sia su Sky che in streaming su NOW. A differenza con le altre opere di questo genere sul tre volte campione del mondo, non racconta le sue imprese, ma l’uomo, il rapporto con gli amici e la paura. Un approfondimento anche sulle sue passioni, come il modellismo, sul tempo libero e sulla cultura dell’allenamento. Il tutto nella sua San Paolo, con la quale ha mantenuto sempre un legame speciale e dove amava trascorrere molto tempo libero tra un Mondiale e l’altro.
La bellissima iniziativa di Sky: il documentario sull’indimenticabile Ayrton Senna
Il documentario è impostato come un film-intervista, dove Francis Megahy prima passa in rassegna la parte agonistica, con Ayrton Senna in pista a 31 anni, sempre intento a lavorare nei box con gli ingegneri per raggiungere la perfezione. Come spiegato dal regista: “Senna non era come gli altri piloti, sembrava arrogante, in realtà era focalizzato su come raggiungere un obiettivo. Mirava al massimo in ogni circostanza”.

Sono presenti anche dei momenti inediti, come quando un Senna privato si lascia andare a delle riflessioni sul suo rapporto con le donne, la famiglia e la religione. Tanto spazio appunto per la sua San Paolo, dove recuperava sempre un certo equilibrio psico-fisico, dopo ogni impresa o dopo qualche caduta. Viene immortalato anche alla guida della sua moto e della sua auto durante scene quotidiane. C’è poi nel finale uno spazio di riflessione sul senso della sfida: “Superare i limiti mi permette di scoprire qualcosa di me. Ogni volta cerco di battere me stesso”. Infine un pensiero su Fangio, non solo un campione da imitare ma un uomo con la visione di vita da ammirare.