Un record incredibile per la storia della Formula 1: ecco il pilota che ha raggiunto il record di velocità ancora oggi imbattuto
Ci sono momenti che restano impressi nella memoria degli appassionati di Formula 1, attimi in cui la tecnica e il coraggio si fondono, portando le monoposto oltre i confini ritenuti possibili. Quando si parla di velocità estrema, la mente corre subito a quelle immagini in cui una macchina lanciata a oltre 300 km/h sembra sfidare le leggi della fisica, aggrappandosi all’asfalto con un equilibrio che rasenta l’irreale.
Eppure, esistono episodi in cui il concetto stesso di limite viene infranto, lasciando spazio a numeri difficili da credere. È successo su uno dei circuiti più spettacolari e imprevedibili del calendario, su un lunghissimo rettilineo che ha trasformato una singola accelerazione in un capitolo di storia. Quel giorno, una monoposto spinta dalla potenza Mercedes ha toccato una velocità mai vista prima, andando oltre qualsiasi aspettativa.
Formula 1, il rettilineo che ha cambiato tutto: un record quasi impossibile da battere
Siamo a Baku, in Azerbaigian, su un tracciato cittadino che coniuga curve strette e sezioni velocissime. Tra le sue peculiarità, il rettilineo principale si estende per quasi due chilometri, offrendo alle vetture la possibilità di esprimere tutto il potenziale in termini di velocità massima. È proprio su questo nastro d’asfalto che Valtteri Bottas, a bordo della sua Williams, ha scritto una pagina indelebile.
In quel frangente, la sua monoposto, equipaggiata con una power unit Mercedes, ha raggiunto 378 km/h, superando la Red Bull di Max Verstappen in una progressione impressionante. Un dato che ha lasciato senza parole, perché mai prima di allora una vettura di Formula 1 aveva toccato un valore simile in condizioni di gara.
Per raggiungere questa velocità, iverse variabili hanno giocato a favore del pilota finalndese. La Williams di quell’epoca era un’auto progettata per essere velocissima in rettilineo, caratterizzata da una resistenza aerodinamica minima. Il motore Mercedes rappresentava uno dei punti di riferimento in termini di spinta, capace di offrire un’accelerazione devastante una volta entrata nella zona DRS.
Anche il layout del circuito di Baku ha contribuito a questo record: il rettilineo, essendo molto lungo, ha permesso alla vettura di raggiungere velocità estreme senza dover frenare in anticipo. Inoltre, la scia generata dall’auto che precedeva Bottas ha reso possibile un ulteriore guadagno, riducendo la resistenza dell’aria e favorendo un’accelerazione ancora più aggressiva.
Un primato difficile da superare?
Negli anni successivi, nonostante i progressi in termini di efficienza aerodinamica e potenza, nessun altro pilota è riuscito a migliorare quel valore. Le regolazioni aerodinamiche più recenti, che privilegiano la deportanza a scapito della velocità di punta, hanno reso sempre più difficile avvicinarsi a quelle cifre. Inoltre, le modifiche ai regolamenti hanno portato a una diversa distribuzione delle prestazioni, con un focus sulla gestione dell’energia piuttosto che sulla velocità pura. In futuro probabilmente il record passerà di mano come giusto che sia, ma l’impresa di Valtteri Bottas, un pilota non di certo ricordato tra i più forti della Formula 1, non sarà mai dimenticata.
