Doccia gelata per il colosso delle moto, ora è sul baratro ed è ad un passo dal fallimento. Sono costrette ad intervenire le autorità: arriva la decisione ufficiale che getta dipendenti e clienti nel caos. I dettagli
Sono ore caldissime per il mercato delle quattro e delle due ruote. Basti vedere a quello che stanno affrontando Volkswagen e Stellantis, alle prese come sono con i problemi di una richiesta che scarseggia (per l’elettrico, ndr) e che porta costi sempre più alti. Un vero e proprio autogol che sta colpendo tutto l’Automotive e che si sta riverberando anche nel segmento delle due ruote.
Il caso in questione è quello di KTM, dove il colosso di Mattighofen è alle prese con un fallimento dietro l’angolo. Lo spauracchio era ormai nell’aria, nonostante gli annunci a più riprese del Gruppo Pierer Mobilty (proprietario del marchio) a voler rasserenare e a voler stemperare gli spettri di una banca rotta. Ora, però, la mazzata è arrivata e pone nel dubbio l’intero futuro di KTM.
Cosa ha spinto verso il baratro la casa produttrice austriaca? Una serie di congiunture, che hanno generato oltre un miliardo di euro di debiti netti per il marchio europeo. Congiunture che vanno ricercate nella crisi del mercato bici e nella sovrapproduzione di moto (specialmente di fascia premium), due voci pesantissime nella caduta di KTM.
KTM in crisi, decisione ufficiale: ora è in amministrazione controllata
Una situazione che ha costretto il gruppo di Pierer Mobility ad entrare in amministrazione controllata. Cosa vuol dire? Che KTM sarà chiamata ad una procedure di ristrutturazione amministrativa per ripianare (per quanto possibile e plausibile) le grosse perdite generatesi nel 2024. Attraverso un lungo comunicato stampa, Pierer aveva annunciato che “[…] il fabbisogno finanziario di KTM AG ammonta attualmente a un importo elevato nell’ordine delle centinaia di milioni di euro”.
Tuttavia, l’amministrazione controllata consentirà a KTM di proseguire le proprie regolari attività. Attività che saranno supervisionate con l’obiettivo di rifondare i quadri amministrativi del marchio austriaco, ma senza andare a toccare l’autonomia dello stesso.
Lo garantisce sempre Pierer nel comunicato: “L’obiettivo della procedura è quello di concordare un piano di ristrutturazione con i creditori entro 90 giorni”, si legge. E ancora: “[…] il ridimensionamento del gruppo non solo dovrebbe garantire la continuità del Gruppo KTM nel lungo periodo, ma anche creare le basi per uscire rafforzati dalla procedura”. Intanto, l’ombra del gruppo Bajaj si profila sempre più come potenziale salvatore.