Il Codice della Strada sta cambiando moltissimo il regolamento, con il divieto di sosta che può causare pesanti sentenze.
Negli ultimi mesi abbiamo dovuto fare i conti con una serie di importanti cambiamenti per quanto riguarda il Codice della Strada, con le multe che sono aumentate in modo deciso. Anche un aspetto come il divieto di sosta, naturalmente illecito e vietato, può comunque comportare delle sanzioni ancora più dure rispetto al passato.
Fino a pochi anni fa si trattava di un’infrazione che andava a comportare una sanzione nemmeno troppo elevata. Si andava infatti contro l’Articolo 158 del CDS, con questa infrazione che causava una multa che andava da un minimo di 40 fino a un massimo di 163 euro per coloro che hanno i ciclomotori.
Nel caso in cui la medesima infrazione invece l’abbia commessa un’automobile, ecco che si andrebbe su di una sanzione tra gli 84 e i 335 euro. Dunque è chiaro come non sia di certo consentito, ma allo stesso tempo non è considerata una multa che può creare grossi problemi, anche se la Corte di Cassazione ha di recente rilasciato una sentenza davvero pazzesca.
Corte di Cassazione: la pesante sentenza per il divieto di sosta
Arriva una nuova brutta notizia per gli automobilisti, dato che la Corte di Taranto ha di recente considerato il divieto di sosta come reato di violenza privata. Naturalmente non si tratta di una sosta normale, ma per entrare in una condizione del genere, si deve fare i conti con una sosta in zona dove non è possibile fermarsi per almeno due giorni.

Infatti la sentenza così più dura rispetto alla normalità è derivata dal fatto che per ben due giorni una vettura si trovava davanti a un garage dove non poteva. Dunque la Corte di Cassazione della città pugliese ha valutato questo atteggiamento come l’impedimento della libertà da parte del proprietario del garage di potersi muovere tranquillamente.
A peggiorare il tutto ci ha pensato il fatto che l’automobilista in questione avrebbe parcheggiato in seconda fila, il che è finito per causare anche un gravissimo incidente nel quale è avvenuta la morte di un guidatore. Dunque il parcheggio in divieto di sosta in questa condizione la si è considerata a tutti gli effetti come parte di un omicidio colposo. Una sentenza pesante, ma che fa capire come anche le più piccole infrazioni rischiano di comportare pesanti e gravi conseguenze.