Il nuovo piano dell’Unione Europea sull’automotive continua a dividere, scatta l’allarme: “Rischia di farlo morire definitivamente
E’ un momento particolarmente delicato per il futuro dell’industria dei motori europea. Da un lato, le istituzioni continentali spingono per una transizione il più veloce possibile verso una mobilità sostenibile, e hanno posto il 2035 come termine ultimo per la produzione dei motori a diesel e benzina. Dall’altro lato però questo obbiettivo, sulla carta condivisibile visto l’enorme impatto dal punto di vista ambientale che le auto hanno avuto nel corso del tempo, si deve scontrare con diversi problemi per le aziende.
La domanda dei modelli a batteria continua infatti a faticare, in primis per via dei costi maggiori rispetto ai motori tradizionale, ma anche rispetto ai limiti di batteria. A questo si aggiuge la concorrenza dei modelli che arrivano dalla Cina, che possono beneficiare di costi di produzione (e di conseguenza di listino) più bassi e di un grande sostegno da parte delle istituzioni.
In molti, dunque, ritengono che con queste premesse non sia pensabile fare a meno dei motori a combustione come auspicato dall’Unione Europea, che continua a ribadire la scadenza del 2035, ma sembra disposta al dialogo su quello che è il futuro dell’industria dei motori e a trovare dei compromessi che permettano di raggiungere la sostenibilità in moto agevole per le aziende. Il piano delle istituzioni europee però continua a far discutere.
Unione Europea, allarme sul futuro dell’industria
Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico della Lombardia e presidente dell’Automotive Regions Alliance, ha commentato con una certa preoccupazione le notizie che arrivano sulle decisioni dell’Unione Europea in fatto di emissioni e di automobili, anche alla luce dei possibili dazi che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sembra intenzionato a mettere sui prodotti che arrivano dal continente.
Secondo Guidesi, l’industria dei motori europea rischia di crollare: “Se ci sarà la conferma dei rumorsi su ciò che la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen presenterà mercoledì 5 marzo per il settore Automotive, e dunque non ci sarà nessuna inversione nelle strategie, potremmo dichiararne definitivamente la morte del comparto” Questo è il succo dell’intervento dell’assessore, per cui l’unica speranza per rilanciare l’automotive è un netto cambio di rotta e una profonda modifica di quelle che sono state le strategie portate avanti sino a questo momento. Il tema, insomma, continua a dividere, e il futuro dell’industria dei motori continua ad essere un tema particolarmente caldo.
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