L’Europa sta per cambiare le regole sugli incentivi auto. Attenzione, si comincia a fare sul serio.
Partiamo da un dato di realtà: le auto elettriche non piacciono agli europei, almeno non quanto sperava Bruxelles. Hanno fatto di tutto per farcele digerire, ma i numeri sono, e restano, deludenti. Le vendite sono in picchiata: scendono del 5,9%, e solo il 13,6% delle auto nuove è elettrico.
Una debacle epocale per i signori di Bruxelles, che ci sta costando carissima. La gente non si fida: i prezzi sono alti, le colonnine per ricaricare non appaiono (e sicureamente non appaiono in Italia), l’autonomia spaventa. Tante promesse, risultati a zero. Il vecchio film delle politiche UE al suo peggio.
Come affrontare questa sconfitta epocale? Con una ricoluzione quasi totale: il 30 gennaio a Bruxelles c’è un appuntamento di quelli da segnare. Ursula von der Leyen ha organizzato una serie di incontri diversi dal solito.
Non le classiche riunioni piene di parole, questa volta si cercherà di raffrontare i veri nodi. Finalmente al tavolo siederanno tutti: chi costruisce le auto, chi produce i pezzi, i sindacati, i politici dei paesi dove ci sono le fabbriche.
Le case automobilistiche tremano. Dal primo gennaio dell’anno prossimo dovranno pagare multe pesantissime se superano i limiti di inquinamento: 95 euro per ogni grammo di CO2 in più, moltiplicati per ogni auto venduta. Gli esperti di Barclays hanno calcolato che potrebbero dover pagare più di 10 miliardi nel 2025.
La Commissione Europea sta pensando a una soluzione intelligente. Potrebbe usare una regola speciale, l’articolo 122, per sospendere temporaneamente alcune norme troppo severe. Non rinuncerebbe al piano di bloccare le auto a benzina nel 2035, certo, però darebbe più tempo per arrivarci. Basterà?
Ma parliamo di soldi, come sempre la questione essenziale. Per la prima volta si parla di incentivi uguali in tutta Europa. Il capo dell’Acea, che rappresenta i costruttori, ha preso una posizione netta: non si può andare avanti con regole diverse in ogni paese. Serve un sistema unico, chiaro, che permetta alla gente di sapere quanto spenderà.
Occorre semplificare tutte le regole, e farlo subito. Occorre renderle più facili da capire. Il commissario Tzitzikostas sta preparando un documento completo in questo senso. Vedremo i risultati.
I paesi con le fabbriche vorranno proteggere il lavoro. I costruttori chiederanno più tempo. Gli ambientalisti non vorranno cedere, come al solito. Un quadro preoccupante, eppure l’Europa sembra aver capito una cosa importante.
Servono aiuti veri, concreti. E soprattutto serve invertire radicalmente una rotta ideologica che non ha prodotto nulla, se non fallimenti e deserto industriale.
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