John Elkann era stato invitato a riferire in parlamento, la risposta di Stellantis scatena le polemiche: nuovo smacco al governo.
I rapporti tra Stellantis e il governo italiano negli ultimi mesi sono stati quanto mai tesi. Dalla querelle sul nome dell’Alfa Romeo Junior (in origine Milano e poi cambiata proprio in seguito alle lamentele delle istituzioni), sino alla polemica sul tricolore posto sulle auto prodotte all’estero, e poi ancora la questione degli incentivi, la diatriba sul futuro di Termoli e i fondi del pnrr dirottati dopo li slittamento della gigafactory solo per citare alcuni degli eventi dell’ultimo anno: quello tra il gruppo e l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è un rapporto che fa fatica, per usare un eufemismo, a decollare. Le ultime vicende sono solo l’ultima tappa di un lungo botta e risposta.
Quando l’amministratore delegato Carlos Tavares, qualche settimana fa, si è presentato di fronte al parlamento italiano chiedendo maggiore sostegno da parte dello stato, e manifestando le difficoltà dell’industria attuale, le sue parole hanno scatenato un vero polverone nel mondo politico del nostro paese. Il gruppo si è difeso dalle critiche di questi mesi lamentando gli alti costi produttivi in Italia, e le complicazioni derivate da una normativa europea ancora incerta. Parole che non sono state troppo gradite in Parlamento.
Stellantis ormai da tempo è accusata di aver spostato molti dei suoi investimenti all’estero e di avere delocalizzato le sue attività, il futuro degli stabilimenti italiani proccupa (visti anche i tagli dell’ultimo periodo), e istituzioni, lavoratori e sindacati hanno chiesto maggiori certezze sugli investimenti del gruppo. Anche il presidente di Stellantis, John Elkann, è stato chiamato in causa.
Elkann declina: non riferirà in Parlamento
Da più parti politiche è arrivata la richiesta a John Elkann, presidente di Stellantis, di riferire in Parlamento in merito agli investimenti futuri del gruppo. La risposta dell’erede della famiglia Agnelli è arrivata, e non è quella che ci si aspettava. Elkann ha infatti rifiutato l’invito, pur ribadendo la sua apertura al dialogo con il governo.
Secondo Stellantis ed Elkann, non ci sarebbero elementi da aggiungere rispetto a quanto già detto da Tavares, ulteriori sviluppi e commenti sono insomma rimandati agli incontri e ai tavoli programmati per i prossimi mesi. Inutile dire che la decisione di Elkann di evitare l’audizione in Parlamento non sia stata vista di buon occhio. Stellantis e il governo italiano sono sempre più distanti.