La neo candidata democratica alla Casa Bianca, Kamala Harris ha le idee chiare anche per quanto concerne le politiche sull’industria dei motori
Il futuro dell’Automotive deve prendere una decisione ben precisa e sono già pronte le misure da adottare con il passare degli anni. La Harris programma un piano a lunga scadenza per cambiare la scena motoristica statunitense.
Alla fine il passo è stato compiuto: Joe Biden si è fatto indietro per lasciare spazio a Kamala Harris. L’attuale vice presidente degli Stati Uniti d’America sarà il prossimo candidato alla Casa Bianca per l’ala democratica. La sfida di novembre con Donald Trump si preannuncia attesissima negli USA e questo avvicendamento era diventato inevitabile. I sondaggi davano ormai come sicuro perdente Biden, arrivato a questa corsa elettorale in condizioni fisiche non perfette e ormai evidentemente non in grado di ricoprire un ruolo così delicato.
La decisione attesa e forse ritardata, di puntare sulla Harris, può dare una svolta alla rincorsa Dem verso la presidenza americana, in un momento estremamente delicato per il Paese, sia da un punto di vista politico che economico. Il settore automobilistico, ad esempio, non sta attraversando una transizione semplicissima, come testimoniato dai numeri di Tesla sulle vendite negli ultimi trimestri. C’è bisogno di un nuovo impulso governativo per sostenere l’Automotive e a suo tempo la neo candidata alla ‘White House’ di Washington aveva già mosso i primi passi.
Poco tempo fa, infatti, il Governo americano aveva stanziato fondi per supportare il settore automobilistico del Paese. Proprio Kamala Harris aveva annunciato un paio di mesi fa lo stanziamento di oltre 100 milioni di dollari in finanziamenti e risorse a sostegno dei lavoratori americani del settore auto. Dagli impiegati dell’Automotive ai piccoli fornitori di automobili, per aiutare in vista del futuro questa classe di lavoratori.
Come dichiarato dall’ufficio della vicepresidente americana in una nota: “I contratti storici assicurati dalla United Auto Workers con le tre grandi case automobilistiche di Detroit e le recenti vittorie organizzative assicurano che questi lavori forniranno salari comparabili, sicurezza pensionistica e rispetto sul lavoro”.
Il duro braccio di ferro tra le Chrysler, General Motors, Ford e il sindacato United Auto Workers (Uaw), si è concluso con un accordo soddisfacente da entrambe le parti. Alla base c’è un aumento salariale del 25%, fortemente rivendicato dai lavoratori, con sei settimane di scioperi durissimi. Questo approccio di sostegno da parte di Kamala Harris può rappresentare una svolta anche per il futuro, qualora dovesse conquistare il posto alla Casa Bianca. Un approccio diverso rispetto a quanto visto con Trump.
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