Una nuova ondata dalla Cina punta al cuore di Tesla e delle supercar: potenza oltre 700 CV, ricariche-lampo e attenzione all’ambiente.
BYD fa un salto tecnologico che sposta la prospettiva dell’auto elettrica fuori dalla nicchia degli appassionati. Il baricentro si sposta su velocità di ricarica, efficienza e prestazioni da supersportiva portate su modelli pensati per la famiglia. Il punto non è solo la forza bruta del nuovo motore, ma l’insieme tecnico che lo sostiene: architettura a 1.000V, batterie Blade al litio-ferro-fosfato e una catena di soluzioni che promette tempi di rifornimento dimezzati rispetto agli standard più diffusi.
Un’evoluzione che punta dritta al nodo storico degli EV: rete di ricarica non omogenea, soste troppo lunghe, ansia da autonomia. BYD prova a cambiare le regole con accelerazioni di alto livello, gestione termica evoluta, magneti ad alta energia e lamierini sottilissimi. E lo fa su due modelli non di nicchia, una berlina e una SUV nate per l’uso quotidiano. La notizia piena arriva dopo.
Nuovo motore oltre 700 CV, ricarica a megawatt, piattaforma da record
Il cuore del progetto è un motore capace di toccare 30.511 giri/min e 778 CV per modulo, cifre finora associate a supercar e prototipi, non a vetture di grande serie con cinque posti. La coppia al debutto è chiara: Tang-L per il versante SUV e Han-L per quello berlina, entrambe basate sulla Super e-Platform e dotate della batteria Blade con chimica LFP, ormai segno distintivo di BYD.

Laa Han-L dichiara uno 0-100 km/h in 2,7 secondi, mentre la Tang-L ferma il cronometro a 3,6 secondi, mantenendo un’impostazione stradale e una destinazione d’uso familiare. L’architettura elettrica a 1.000V, abbinata a celle 10C, punta a tagliare sensibilmente i tempi di ricarica; la potenza di picco arriva a 1.000 kW, pari a 1 MW, e consente di “ricaricare” circa 400 km in cinque minuti.
Qui sta lo scarto rispetto al passato: tecnologie da hypercar trasferite su veicoli destinati a volumi più ampi, con priorità a rapidità di rifornimento e costanza di performance. La batteria Blade, con chimica LFP, aggiunge durabilità e sicurezza, mentre l’adozione operativa del megawatt per la ricarica segna una soglia tecnica e simbolica.
La promessa è di mettere in ombra i benchmark di riferimento: ricariche più rapide dei progetti più recenti firmati a Fremont, accelerazioni in grado di insidiare i V12 senza una goccia di benzina e con un pacco batteria più robusto nella gestione termica.
La Cina non rincorre più (ormai da tempo), ma oggi detta il ritmo. Il confronto con chi finora dominava la scena, dalle berline elettriche californiane alle supercar termiche europee, esce dal terreno del marketing per entrare in quello dei fatti misurabili: secondi sullo 0-100, kilowatt erogati e chilometri caricati in pochi minuti. È qui che può nascere un nuovo standard per l’elettrico di serie, dove potenza e sostenibilità viaggiano nella stessa corsia.