Ferrari rinnova il proprio mito: corpo da Purosangue, assetto rialzato e gomme da sterrato, pronta per una Dakar che nessuno si aspetta.
Entrare nei territori dominati da Porsche 911 Dakar e Lamborghini Huracán Sterrato non è mai stato un vero pallino a Maranello. Se Lamborghini si è consolidata puntando su una gamma ristretta ma fortissima e risultati finanziari da record, Ferrari continua a stupire per la varietà di modelli e l’innovazione stilistica, però mancava una proposta a ruote alte pronta a stendere la concorrenza sulle piste più insidiose.
Qualcosa che vada oltre il tradizionale, che rinnovi la leggenda del Cavallino, ma senza rinunciare a performance e lusso. Il primo semestre dell’anno si è chiuso con numeri robusti: ricavi in crescita e una flotta di modelli che copre ogni desiderio, dalla nuova Amalfi che rileva la Roma base, alla grintosa 12Cilindri, passando per la 296 V6 ibrida plug-in, la super-Purosangue SUV, la supersportiva SF90 XX e la futura hypercar F80. Eppure, sulle sabbie sterrate, il Cavallino non ha mai veramente messo lo zoccolo. Finora.
A scuotere le certezze – e accendere la fantasia – è un progetto virtuale firmato Luca Serafini, designer modenese conosciuto nel mondo digitale per i suoi rendering fuori dagli schemi. Questa volta Serafini si mette nei panni del dream maker ferrarista e immagina una sportiva senza precedenti, pensata per dettare legge tra le dune e fuori dall’asfalto: nasce così la Ferrari Sand, una provocazione che urla novità da ogni dettaglio.
Linee decise e proporzioni aggressive, la Sand mescola la purezza da Gran Turismo con muscoli da offroad. Il frontale è dominato da un nuovo “visor”, i fari si fanno sottili come quelli visti sulle recenti Amalfi e 12Cilindri, mentre dietro spicca una firma luminosa a tutta larghezza.
Le carreggiate si fanno larghe, le appendici aerodinamiche sono pensate per superare ogni ostacolo, gli sbalzi corti promettono angoli d’attacco e di uscita decisamente più da fuoristrada che da supercar. Il tutto condito da cerchi in lega robusti e gomme tassellate, che la portano a giocarsela davvero sull’offroad.
La struttura mantiene il fascino sportivo Ferrari, ma si arricchisce di dettagli che gridano avventura: passaruota semi-svasati, paraurti separati, assetto rialzato. Serafini non rinuncia mai alla “firma” Ferrari: la Sand resta nel solco del nuovo corso stilistico di Maranello, eppure spinge il concetto oltre ogni confine abituale.
Nessuna informazione ufficiale sulle motorizzazioni – del resto si tratta di un esercizio di stile non riconosciuto – ma la filosofia è chiara: portare la grinta, l’eleganza e il comfort GT Ferrari dove nessuno aveva mai osato.
Uno schiaffo virtuale, che lancia la sfida alle regine della categoria come 911 Dakar e Huracán Sterrato, proponendo un’inedita visione di sportiva “sopraelevata” e polivalente. Se giochi di fantasia come questo troveranno mai spazio nella realtà lo dirà solo il tempo – ma la scintilla, almeno sul digitale, è stata accesa. Ferrari Sand: la leggenda si sporca le mani… e sogna la Dakar.
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