Una berlina nata per ripartire, con scocca portante e un design che guarda oltreoceano: ecco la chiave della FIAT della rinascita.
La 1400 debutta nel 1950 come la prima FIAT di nuova concezione del dopoguerra, segnando il passaggio dalla struttura a telaio alla scocca portante, una rivoluzione industriale per Mirafiori e per il mercato italiano. Il progetto parte nel 1947, in piena attesa dei finanziamenti ECA legati al piano Marshall, con l’obiettivo di voltare pagina rispetto ai modelli d’anteguerra ancora in listino.
Pur avendo in casa il precedente storico della Lancia Lambda del 1922, si sceglie di industrializzare con l’aiuto della Budd di Detroit: specialisti in lamierati autoportanti, curano stampi e attrezzature, anche per compensare la qualità dell’acciaio torinese dell’epoca. La linea prende ispirazione dalle Kaiser-Frazer del 1947: volumi pieni, superfici pulite, un tocco d’America in un’auto pensata per piacere anche oltre Atlantico.
Scocca portante e stile America
Presentata al Salone di Ginevra del 1950, nel cinquantenario della Casa, la 1400 adotta un quattro cilindri da 44 CV a 4.400 giri, per circa 120 km/h, con richiesta interna di un’architettura a corsa corta utile a scalare la cilindrata fino ai 2 litri per impieghi anche commerciali.
Nel 1953 arriva la 1400 Diesel, il primo turbodiesel su una vettura italiana: 1.901 cm³, 40 CV a 3.200 giri, iniezione ad alta pressione su licenza Bosch, lo stesso schema dei 615 e della Campagnola, per circa 13.500 unità costruite in un anno e mezzo. Dalla base telaistica nasce anche la cabriolet della Sezione Carrozzerie Speciali: icona a Capri come taxi scoperto e, con il 1.9, in dote alla Stradale.
Nel 1952 debutta la 1900: stessa carrozzeria berlina, motore da 58 CV, interni più curati, radio di serie (come sulla 1400 cabrio) e cambio a cinque marce con giunto idraulico in luogo della frizione. Seguono le varianti speciali: limousine otto posti di Francis Lombardi, la 1900 Granluce a due porte con lamierati della cabrio e motore portato a 60 CV, oltre alle 1900 Torpedo in uso alla Stradale.
Il 1954 porta l’aggiornamento “A”: la 1400 guadagna 6 CV a benzina e 3 CV nel diesel, la 1900 “A” sale a 70 CV. Nel 1956 arrivano le “B”: la 1400 tocca 58 CV e rifiniture più ricche, con calandra e faro antinebbia centrale in comune con la 1900; la 1900 “B” sale a 80 CV, introduce surpressore e pneumatici tubeless, e cavalca la moda delle tinte bicolore in stile USA. La produzione prosegue fino al 1959, con quasi 200.000 unità complessive: 179.392 tra 1400 berlina e cabriolet, 19.588 tra 1900 berlina e Granluce; l’eredità passa poi alle 1800 e 2100, mostrate a Ginevra nel 1961.
Una berlina nata per ricostruire l’industria italiana, robusta nella struttura, moderna nelle soluzioni, volutamente americana nel segno. La 1400/1900 è la FIAT che rimette in moto il Paese e apre la strada alla generazione successiva, con la scocca portante come carta d’identità di un’epoca nuova.