Una Lamborghini del 1970 riemerge dal salotto dopo quarant’anni immobile: per liberarla hanno abbattuto una parete.
Un’icona assoluta, parcheggiata in casa per quattro decenni, esce alla luce grazie a un recupero tanto insolito quanto meticoloso. La scena è a Long Island: il proprietario decide di separarsene e chiama un intermediario di supercar. Arriva Larry Kosilla, detailer noto nell’ambiente, allertato dall’amico broker Barrett.
La voce è importante: c’è una Miura S in salotto, ferma da una vita, conservata al riparo da pioggia, sole e ruggine. Prima di vedere l’auto, Kosilla si emoziona: quel modello per lui non è solo una Lamborghini, è il riferimento di sempre.
Lamborghini Miura S, muro abbattuto e una storia rimasta intatta
La vettura è una Miura S del luglio 1970, uscita da Sant’Agata Bolognese, originale in ogni sua parte importante: vernice Luci di Bosco, interni di primo impianto, e — dettaglio che vale oro — motore e telaio con numeri corrispondenti. L’odometro segna 42.043 miglia, accumulate prima che Paul decidesse di “murarsela” in casa dopo averla portata dentro dal garage e ricostruito la parete.

L’ambiente è stato climatizzato, e si vede: niente ossidazioni gravi, solo un segno del tempo sui sedili, con il lato passeggero morsicato dai roditori. Per il resto, un esemplare “mai toccato”, mai restaurato, lontano dalla strada per quarant’anni.
La scheda tecnica resta quella che ha scritto la leggenda: V12 3.0 aspirato centrale, 365 CV e 387 Nm, cinque marce e trazione posteriore. Rispetto alla P400, la S guadagna 20 CV, carburatori e camme riviste.
Numeri che oggi possono sembrare normali, ma che allora incoronavano la Miura S come l’auto stradale più veloce in circolazione. Il tutto in 1.293 kg: leggerezza che amplifica l’effetto orchestra del dodici cilindri e spiega perché sfidasse rivali come Ferrari 275 GTB, Maserati Ghibli, Ford GT40 stradale e De Tomaso Mangusta.
La trattativa parte con una battuta: “L’ho calata con un elicottero”, scherza Paul, prima di raccontare com’è andata davvero. Poi si passa all’azione. Si smonta il climatizzatore a muro tra soggiorno e garage, si liberano le altre auto accalcate, e infine si prende mazza e scalpello. Il giorno in cui un “barn find” diventa un “living room find” con tanto di macerie: muro giù, Miura in spinta verso la luce.
Dopo quarant’anni, di nuovo all’aria aperta. Niente lavaggi di scena, nessun colpo di vernice: l’auto va dritta in un deposito “segreto”, in attesa che Barrett le trovi un nuovo proprietario.
Il prezzo di cessione da Paul non viene rivelato. Il riferimento, però, esiste: una Miura S del 1970 ha raggiunto 2.040.000 dollari a Pebble Beach nel 2024. Un dato che racconta il peso di un esemplare simile, soprattutto se “matching numbers” e conservato.
Intanto, Kosilla pubblica il video del recupero, chiudendo il cerchio di una vicenda che sembra inventata e invece è cronaca: una supercar nata per correre, rimasta immobile in salotto per mezza vita, e riportata fuori abbattendo un muro. Fine di una lunga pausa. Inizio di un’altra storia.