In Italia molti concessionari denunciano lo scarso interesse per queste tipologie di veicoli, che rischiano di restare invendute.
Il mercato automotive negli ultimi tempi sta vivendo un periodo davvero particolare, quasi di crisi volendo. Tutto deriva dalle disposizioni dall’alto, della Commissione Europea ad esempio, pronta a trascinarsi verso la tanto chiacchierata transizione ecologica. La volontà è quella di incentivare il più possibile le automobili 100% elettriche, lasciandosi alle spalle i motori endotermici alimentati a diesel o benzina.
Ma se negli USA o in Cina il mercato dell’elettrico ha preso piede ormai da anni, nel vecchio continente regna lo scetticismo generale verso questi modelli. In particolare per tre motivi: i costi elevati delle auto e della manutenzione delle stesse; lo scarso numero di colonnine di ricarica elettrica presenti su suolo pubblico; il peso specifico delle vetture e l’impatto non proprio semplice sulle strade cittadine. Insomma, troppi dubbi che stanno frenando l’espensione di questo mercato.
Il problema è che le case automobilistiche, sospinte dall’UE in maniera volontaria, hanno come obiettivo quello di mettere in evidenza la vendita dei modelli BEV, lasciandosi alle spalle tutto il mercato dei motori a combustione interna, lasciando un piccolo spazio alle ibride. Un circolo vizioso che si espande fino ai concessionari e rivenditori d’auto, che rischiano di attraversare una crisi senza precedenti per questi motivi ‘ecologici’.
In Italia i concessionari automobilistici hanno dunque un grosso problema. Le case che li riforniscono danno direttive chiare: dare priorità assoluta ai modelli elettrici, spingendo sulla vendita di questi ultimi. Il problema è che i cittadini continuano a snobbare tali vetture, come detto in particolare per i costi molto elevati.
Il quotidiano Il Giornale ha effettuato un report tra concessionari che conferma una tendenza negativa in tal senso. “Acquisti un’elettrica solo se si tratta di un affare. Tra un’auto a benzina e un’elettrica, nove su dieci preferiscono l’auto a benzina. Anzi, dieci su dieci” – ha ammesso un titolare di un concessionario Hyundai-Honda della zona di Torino, facendo presente come senza incentivi le BEV vengano definitivamente snobbate.
L’altro problema come già descritto riguarda i tempi e i modi di ricarica. Lo ha segnalato anche un concessionario BMW sempre in Piemonte: “I tempi di ricarica sono troppi lunghi, trovare una colonnina è complicato. E anche i casi di cronaca non aiutano, con quei veicoli che di punto in bianco prendono fuoco”.
Senza parlare della permuta delle auto elettriche, negativamente a ribasso rispetto alle endotermiche tradizionali: “Le auto elettriche usate hanno sì costi più bassi, ma venderle è comunque un’impresa: il compratore ha dei dubbi sulla tenuta e teme di dover cambiare di nuovo auto nel giro di due-tre anni. Quelle a benzina e a diesel rappresentano invece una certezza. Da un anno e mezzo propongo un’auto elettrica con 20 mila chilometri: non interessa a nessuno” – ha ammesso un responsabile di compravendite auto.
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