Le Maserati dimenticate: erano di un livello superiore, ma nessuno le ha mai viste

Cinque prototipi iconici, mai prodotti, avrebbero potuto ridefinire il marchio del Tridente. Scopri le Maserati che la storia dell’auto ha dimenticato.

L’universo Maserati è ricco di successi e momenti difficili: tra gestione travagliata e passaggi di proprietà, una serie di prototipi straordinari è rimasta confinata nelle pagine degli archivi. Queste concept car altrettanto ingegnose e audaci – nate dall’estro di stilisti e progettisti visionari – hanno saputo rubare la scena ai Saloni internazionali.

Alcune sono rimaste semplici modelli statici, altre, invece, hanno sfiorato la messa su strada, lasciando soltanto il fascino dell’ipotesi. Oggi il marchio vive una nuova primavera grazie a modelli come la MC20 e la GranTurismo, ma questi cinque esercizi di stile sono la prova che Maserati, già molto tempo fa, guardava lontano.

Sogni a motore Maserati: quando un sogno resta nel cassetto

Nel ’71, Italdesign presenta al Salone di Torino un modello di legno dalla silhouette decisamente avveniristica. L’oggetto, ancora non marciante, diventa realtà qualche mese dopo: nasce la Boomerang, capolavoro firmato Giugiaro, con linee taglienti e dettagli bizzarri, come lo sterzo integrato nella plancia.

Maserati dimenticate
Maserati 320S (Maserati) derapateallaguida.it

Monta il V8 da 4,7 litri Maserati, sfodera 310 cavalli e viene persino omologata per la strada, ma la sua impronta troppo futuristica la tiene lontana dalla produzione. Un vero peccato, anche perché la sportiva farà scuola nel design degli anni successivi.

Nei primi anni ’90, in casa Maserati si cerca la rinascita con un supercar capace di sfidare le rivali più blasonate. In questo clima prende vita la Chubasco, progettata da Gandini e pensata per diventare la punta di diamante della gamma. L’arrivo della Fiat blocca però l’entusiasmo: la vettura – ancora senza motore – resta ferma allo stadio di modello statico e viene archiviata dopo pochissimo.

Proprio la Barchetta Stradale rappresenta un caso curioso. È il 1992, la missione è dare lustro al marchio con una serie monomarca. Ne esistono solo sedici da corsa e un esemplare omologato per la strada, dotato di 315 cavalli sul leggero 2.0 V6 biturbo. Scatta da ferma a 100 km/h in 4,5 secondi, prestazione che ancora oggi fa impressione. Rimane, però, un pezzo unico: il progetto di una piccola serie stradale viene subito accantonato.

Nel 2001 la 320S stupisce ancora: su base 3200 GT nasce una barchetta da pista, più compatta, con ruote BBS, assetto rivisto e 365 cavalli turbo. Il concept fa parlare di sé, ma è troppo avanti per i gusti dell’epoca; intorno a queste barchette da circuito l’interesse esploderà solo molti anni dopo.

Infine il Birdcage 75th, tributo ai prototipi storici, incarna il futuro visto da Maserati e Pininfarina: carrozzeria tutta vetro, meccanica della MC12 e un interno che sembra pensato per un’astronave. Presentato come pura celebrazione, trasporta il marchio in un’altra dimensione, dimostrando ancora una volta quanto il Tridente sappia osare, pur lasciando la concretezza spesso ai sogni.

Se la storia avesse seguito un’altra traiettoria questi cinque modelli, forse, popolarebbero oggi le nostre strade. Ma proprio la loro assenza li rende leggenda, alimentando la fantasia di chi ancora si chiede cosa sarebbe stato di Maserati con un pizzico di audacia in più.

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