Il Governo ha approvato tutto, i prezzi saliranno alle stelle e le tasche degli automobilisti saranno sempre più vuote.
Non c’è pace per gli automobilisti italiani che, anche in questo primo scampolo di 2025 si stanno trovando a vivere pesanti rincari. Al di là delle vetture elettriche fuori dalla portata di molti, quelle a carburante che hanno subito un ulteriore rialzo anche complice l’uscita di scena degli incentivi e quelle di seconda mano che oltre ad essere introvabili, sono diventate care come l’oro, ora si è aggiunto un altro grattacapo a penalizzare coloro che dispongono di un mezzo a motore.
In realtà non si tratta di nulla di inatteso o improvviso, ma di un provvedimento che era già stato annunciato e anticipato scatenando subito polemiche e malumori all’interno delle aule parlamentari, quanto delle piazze. La misura in questione presa dal Governo andrà ad interessare e penalizzare coloro che si spostano con una vettura inquinante, il tutto, ovviamente, per disincentivare l’acquisto e l’utilizzo di questo genere di veicoli e favorire al contrario gli EV caldeggiati dalla Commissione Europea.
In barba dunque allo scetticismo relativo alla bontà delle auto a batteria diffuso ancora ampiamente nel Bel Paese, l’Esecutivo di Giorgia Meloni ha confermato il piano previsto di allineamento delle accise tra automobili alimentati a gasolio e a benzina. Il via libera è arrivato dalla Commissione Finanze del Senato ed entrerà in vigore a partire dalla prossima estate. Come già preventivato, le tasse sulla benzina diminuiranno, mentre quelle sul gasolio subiranno un aumento.
L’obiettivo in questo caso è doppio, oltre a scoraggiare i più fedeli al diesel che, innegabilmente, rilascia emissioni nocive in quantità, c’è quello di dare vita ad un tesoretto utile al rinnovo del contratto nazionale dei dipendenti dei trasporti pubblici, spesso protagonisti di scioperi perché ormai bloccati da tempo sul fronte stipendi. E’ dunque atteso per le prossime settimane un decreto, a cui farà seguito il testo di legge definitivo che diventerà effettivo entro sei mesi.
E’ bene sottolineare che il processo sarà a lungo termine e non si esaurirà nell’immediato. Infatti il perfetto equilibrio non dovrebbe essere raggiunto prima del 2030 con variazioni non superiori al centesimo all’anno. Da quanto si apprende dalle prime stime, questa modifica sostanziale dovrebbe portare nelle casse governative ben 500 milioni di euro in più ogni dodici mesi.
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