Un video su TikTok racconta l’errore in fabbrica: la linea si ferma e il conto è salato. Un disastro che diventa virale.
Allo stabilimento di Normal, Illinois, la giornata scorreva come tante, finché un errore banale non ha ribaltato i piani: un carrellista in retromarcia, la forca troppo alta, un tubo dell’acqua verniciato di rosso che corre basso sopra la linea di montaggio. È bastato un urto secco e la produzione si è fermata, con l’acqua a cascata sul pavimento e i colleghi costretti a mollare postazioni e attrezzi per correre a contenere i danni.
La storia non arriva per vie ufficiali, ma da un filmato diffuso su TikTok da chi dice di essere stato alla guida in quel momento: nelle immagini di sicurezza si vede chiaramente l’impatto e la rottura del condotto, poi il diluvio in reparto. L’autore sostiene di essere stato malato di influenza e con le cuffie in testa: una combinazione che, in un impianto, è quanto di più rischioso possa capitare.
Il video, diventato virale, è il cuore di questa vicenda: l’ex dipendente, su TikTok con l’alias “deryiooo”, mostra l’episodio e lo ricostruisce senza giri di parole, partendo dalla manovra in retromarcia e finendo con la spaccatura netta del tubo che si apre in due e inonda il capannone. Dice anche che, all’epoca, se l’era cavata con la relazione interna, rimanendo in organico.
Solo mesi più tardi, secondo il suo racconto, sono arrivati insieme il provvedimento di allontanamento e una lettera con il totale dei danni: 457.345 dollari. Una cifra che rende l’idea del fermo linea, dei materiali compromessi e delle ore uomo bruciate per asciugare, riparare, ripristinare.
In coda al video si leggono anche le ipotesi degli utenti: qualcuno sostiene che l’urto sia avvenuto nell’area batterie, altri che incidenti simili si siano già visti un paio di volte, forse tre. Voci, niente più. Non ci sono conferme sul reparto preciso, né una cronologia ufficiale.
C’è poi il capitolo social: pubblicare un contenuto del genere mentre si è o si è stati dipendenti è un terreno minato. L’autore sostiene di essere stato lasciato a casa mesi dopo l’incidente e non per l’urto in sé, ma la tempistica, vista dall’esterno, parla da sola. In contesti industriali strutturati, il protocollo è severo: procedure di sicurezza, formazione, divieti espliciti su auricolari e distrazioni, soprattutto vicino a linee attive e impianti aerei.
Al netto delle curiosità e dei commenti, resta una lezione semplice: in fabbrica, la leggerezza costa. Anche quando non lascia feriti, il conto arriva comunque, e non è mai simbolico. Una distrazione di pochi secondi può tradursi in un fermo prolungato, attrezzature da sostituire, scarti da buttare e turni da riorganizzare. In questo caso, quasi mezzo milione di danni.
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