Un colosso automobilistico è pronto a licenziamenti in massa: un numero impressionante, sindacati sul piede di guerra
Il mondo dell’automotive è sempre più in crisi. I risultati degli ultimi mesi non stanno premiando di certo i costruttori, alle prese con sempre più difficoltà dal punto di vista economico. Il costo dei materiali è salito e, quindi, di conseguenza anche il prezzo finale della vettura è aumentato.
Senza dimenticare il prezzo della benzina in Italia sempre più alto, con il “servito” che ha sfondato abbondantemente quota 2 euro al litro e le tasse da pagare connesse alla vettura stessa. Insomma, spese davvero ingenti che mettono in grande difficoltà, tanto da rendere quasi impossibile il poter acquistare una nuova auto.
Ed ovviamente le case automobilistiche, con le vendite che calano vertiginosamente giorno dopo giorno, mese dopo mese, sono costrette a prendere importanti decisioni, anche forzate che si ripercuotono sui lavoratori.
Licenziamenti di massa per un colosso dell’automotive: cosa sta accadendo
La Volkswagen, uno dei colossi dell’automotive, è pronta ad un drastico taglio del personale: si vocifera addirittura che possano essere fino a 15mila i licenziamenti per il primo gruppo automobilistico europeo. Un numero davvero ingente che è un inedito per il marchio di Wolfsburg fondato nel 1937.
Una decisione drastica non fu assunta nemmeno nel 2018 quando la VW fu multata dalla Commissione Europea per un miliardo di dollari a causa del “Dieselgate”, le emissioni truccate dei motori diesel. I licenziamenti, peraltro, potrebbero arrivare anche senza l’approvazione del consiglio di sorveglianza, composto da 20 membri, di cui metà azionisti e metà rappresentanti dei dipendenti. Una situazione che ha messo in subbuglio i potenti sindacati tedeschi, pronti a scioperi ed a combattere fino allo strenuo.
Come se non bastasse, oltre ai licenziamenti potrebbero chiudere anche due o tre impianti di produzione in Germania, un numero che addirittura potrebbe arrivare a cinque totali. Sono stati gli affaristi di Jeffries, una società di intermediazione titoli ed investment banking, a darne notizia interagendo con fonti qualificate di VW. Secondo le prime analisi, peraltro, per operare il corposo taglio servirebbe un accantonamento nel quarto trimestre fino a 4,4 miliardi di euro.
Una decisione, questa, che secondo le fonti interne al gruppo non è vincolata ad un “piano B” perché, di fatto, non esiste. Ecco perché in caso di fallimento della trattativa con i sindacati, si procederà spediti per il taglio. D’altronde, per il rilancio del gruppo e tornare ad essere competitivi a livello internazionale, serve un piano da 15 miliardi di euro (quello precedente da 10 miliardi già non basta più).
Ma quali saranno gli impianti da chiudere? Entrambi collocati in Germania, saranno un impianto di assemblaggio ed uno dedicato alla componentistica, mentre il terzo non è stato ancora individuato (ed in ballo ve ne sono ulteriori due). Il piano dei tagli, peraltro, andrebbe anche a violare l’accordo trentennale relativo alla garanzia dei posti di lavoro che sarebbe terminato nel 2029.