L’ex presidente della BCE lancia un monito che scuote l’Europa: una rivelazione inaspettata sulla competitività dell’Unione.
Mario Draghi, figura di spicco della finanza europea, torna a far parlare di sé con un’analisi che sta facendo discutere. L’ex numero uno della Banca Centrale Europea ha presentato un report sulla competitività dell’Unione Europea che mette in luce criticità sorprendenti. Al centro dell’attenzione, un settore chiave dell’economia continentale: l’industria automobilistica. Le parole di Draghi arrivano come un fulmine a ciel sereno, evidenziando lacune gravissime nella pianificazione e nell’approccio dell’UE alle sfide future.
Il report, articolato in otto punti fondamentali, dipinge un quadro preoccupante della situazione attuale. Draghi non usa mezzi termini: parla di “mancanza di pianificazione” e di un’applicazione della politica climatica che non tiene conto delle necessità industriali. È come se l’Europa stesse costruendo una casa partendo dal tetto, senza preoccuparsi delle fondamenta.
Mario Draghi, analisi impietosa del settore auto
Il focus principale del report di Draghi è il settore automobilistico, preso come esempio emblematico delle carenze strategiche dell’Unione Europea. L’ex presidente della BCE critica apertamente la gestione della transizione verso l’auto elettrica, evidenziando come l’ambizioso obiettivo delle zero emissioni allo scarico entro il 2035 non sia stato accompagnato da un adeguato piano di conversione della catena di fornitura.
Draghi sottolinea come il principio di neutralità tecnologica sia stato disatteso nel settore auto, portando a una focalizzazione quasi esclusiva sull’elettrico. Questo approccio, secondo l’economista, rischia di mettere l’industria europea in una posizione di svantaggio rispetto ai concorrenti globali, in particolare la Cina.
Il confronto con il gigante asiatico è impietoso: mentre l’Europa si dibatte in una transizione non pianificata, la Cina ha iniziato a concentrarsi sull’intera catena di fornitura dei veicoli elettrici già dal 2012. Il risultato è che oggi il paese asiatico è “una generazione avanti” nella tecnologia dei veicoli elettrici, con costi di produzione inferiori e un controllo strategico sulle materie prime.
Draghi non si limita a criticare, ma propone anche soluzioni. Sottolinea l’importanza di una tabella di marcia industriale che tenga conto sia della convergenza orizzontale (elettrificazione, digitalizzazione e circolarità) sia di quella verticale (materie prime critiche, batterie, infrastrutture). L’ex presidente della BCE insiste sulla necessità di garantire costi produttivi competitivi, coerenza normativa e supporto allo sviluppo delle infrastrutture.
Un punto cruciale del report riguarda la formazione e la riqualificazione della forza lavoro, elementi essenziali per affrontare le sfide future. Draghi sottolinea come scala, standardizzazione e collaborazione saranno fondamentali per i produttori europei per diventare competitivi nel settore dei veicoli elettrici piccoli e accessibili, dei veicoli definiti dal software e delle soluzioni di guida autonoma.