Gli italiani stanno affrontando una vera stangata sui carburanti. I prezzi alla pompa hanno raggiunto livelli record.
Guidare costa sempre di più. Lo sanno bene i pendolari che ogni giorno devono fare il pieno per andare al lavoro. Le cifre sono impressionanti: gli italiani spendono 4 miliardi di euro in più all’anno rispetto agli altri paesi europei solo per i carburanti. Come se ogni famiglia dovesse pagare un extra-mutuo nascosto, solo per il privilegio di usare l’auto.
Il confronto con l’Europa è impietoso. Un pieno in Italia costa 6 euro in più della media continentale. Il gasolio segna un rincaro di 8,6 centesimi al litro. Cifre che sembrano piccole sulla carta, eppure si accumulano velocemente nel portafoglio di chi deve fare rifornimento spesso.
Il nodo sono le tasse: su ogni litro di benzina verde, lo Stato incassa 1,057 euro – il 12,5% sopra la media europea. Sul gasolio la situazione è ancora peggiore: 0,928 euro di tasse per litro, il 15,4% in più degli altri paesi.
Le conseguenze si sentono nella vita di tutti i giorni. I pendolari cercano strade alternative per risparmiare carburante. Le famiglie rinunciano alle gite fuori porta. I commercianti aumentano i prezzi per compensare i costi di trasporto. Un effetto domino che colpisce l’intera economia.
Le promesse del governo sulle accise sono rimaste lettera morta. Nessun taglio in vista, nessun aiuto concreto per gli automobilisti. Intanto i prezzi continuano a salire, come un’onda che non accenna a fermarsi.
Le aziende di trasporto italiane faticano a competere con i concorrenti europei. I costi più alti si traducono in tariffe maggiorate, che alla fine pagano sempre i consumatori. Un circolo vizioso che danneggia la competitività dell’intero paese.
Gli effetti si vedono anche nelle scelte quotidiane. Nelle città cresce il car sharing. I giovani rimandano l’acquisto della prima auto. Chi può sceglie lo smart working per evitare il pendolarismo. Soluzioni creative per un problema che sembra non avere fine.
La situazione ricorda un’auto auto che consuma troppo: continui a metterci benzina, sapendo che gran parte la stai sprecando. Gli automobilisti italiani si sentono proprio così: costretti a pagare sempre di più, senza vedere la fine del tunnel.
Le prospettive non sono incoraggianti. Senza un intervento deciso sulle accise, l’Italia manterrà questo poco invidiabile primato europeo. Un record che nessuno vorrebbe detenere, specialmente chi deve fare il pieno ogni settimana. La speranza è che il governo si decida a realizzare i programmi con cui è stato eletto. Una possibilità remota, perché la coperta finanziaria è sempre più corta e ad ogni taglio di entrate dovrebbe corrispondere un taglio di spese, che nessuno riesce a individuare.
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