Moto estinte, anche gli appassionati le hanno dimenticate: dovevano essere il futuro, oggi sono rottami

Un’idea geniale finita nel dimenticatoio. Prometteva di rivoluzionare il mondo delle moto, oggi quasi nessuno se la ricorda più.

L’innovazione è l’essenza del mondo delle due ruote. Immaginare, creare, sperimentare: arrivare per primi, non solo sulla pista, ma nella ricerca tecnica, in soluzioni tecnologiche che nessuno ha ancora immaginato. Una sfida appassionante ma che delle volte porta i costruttori troppo avanti.

Così avanti, da finire nel territorio delle grandi idee che restano grandi solo sulla carta, che i clienti non riescono a capire. E che finiscono irrimediabilmente dimenticate. È successo per esempio all’idea della trazione integrale sulle moto. Un’idea rivoluzionaria e geniale, che non è mai diventata un successo commerciale.

Perché non hanno funzionato le moto “integrali”?

In teoria l’idea poteva essere interessantissima: una moto ha solo due ruote, il problema della stabilità e della trazione è ancora più complesso che su un’auto. Ma portare potenza non è un gioco tecnico a costo zero: occorrono meccanica, idraulica, che comportano peso e complicazioni. Ne vale la pena?

Moto dimenticate
Yamaha TT600R 2-Trac (press media) derapateallaguida.it

Yamaha provò questo concetto negli anni ’90 con la TT600R 2-Trac. Una chicca tecnologica realizzata in collaborazione con Öhlins. Il sistema idraulico mandava potenza all’anteriore quando il posteriore cominciava a pattinare. Nei test fuoristrada aveva stupito ma era troppo pesante e complicata per avere successo.

Ducati fece esperimenti segreti partendo dalla 916. Volevano più grip e stabilità in curva, specie sul bagnato. Il progetto finì nel cassetto. Anche in questo caso per il peso e la complessità eccessiva.

Una moto non può permettersi pesi esagerati, ne va della sua maneggevolezza, ma c’è anche il problema non irrilevante dei costi: meccaniche complesse fanno salire i prezzi ee moto diventano poco appetibili sul mercato.

I vantaggi reali, enormi nella teoria, sono però limitati nella pratica, specialmente su strada normale. Forse il concetto potrebbe tornare d’attualità sulle moto elettrica, collocando un motore per ruota, con una centralina elettronica che distribuisca la potenza, ma per ora sono solo idee.

Le moto a trazione integrale sono finite nel dimenticatoio anche se avevano promesso di essere il  futuro, mentre oggi sono solo curiosità per collezionisti. Se su strada si sono dimostrate poco utili, forse come investimento potrebbero ritrovare la loro utilità.

Anche questo è affascinante nel mondo delle moto, Ie idee strane e bizzarre che non hanno conosciuto nessun successo commerciale, possono diventare valori interessantissimi per quei pochi che riescono a metterci le mani.

Pochi le hanno volute, nessuno le produrrà più: la ricetta ideale per creare curiosità e aumentare il valore dei pochi esemplari rimasti in commercio, le cui quotazioni salgono all’infinito. E nessuno sa dove si fermeranno. Buon per chi ha comprato una moto “sbagliata” quando era il momento per farlo.

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