Nuova Fiat Punto, che ritorno in concessionario: prezzi e dettagli già svelati

Un nome che evoca ricordi, emozioni, viaggi in famiglia. La Punto sta per tornare, e questa volta non è solo un sogno.

Sembrava impossibile fino a qualche mese fa, eppure il dado è tratto. Gli stabilimenti Stellantis in Italia stanno per vivere una vera rivoluzione. Come un vecchio motore che riprende vita dopo una lunga sosta, le fabbriche italiane si preparano a una nuova stagione produttiva.

Niente più voci di corridoio o mezze promesse: ora c’è un piano concreto, nero su bianco, che arriva fino al 2032. E le sorprese non mancano, a partire da quel nome che fa brillare gli occhi agli appassionati.

Il rilancio parte da Pomigliano

Lo stabilimento campano diventerà il cuore della rinascita. Dal 2028 ospiterà due nuovi modelli, e uno potrebbe essere proprio la nuova Punto. Non una semplice riedizione, ma un’auto completamente nuova che condividerà la base tecnica con la futura Peugeot 208. Un mix di DNA italiano e tecnologia francese che potrebbe davvero fare la differenza.

Nuova Fiat Punto
Nuova Fiat Punto, noi ce la immaginiamo così derapateallaguida.it

La Pandina non mollerà tanto facilmente. Continuerà a uscire dai cancelli di Pomigliano fino al 2030, quando passerà il testimone a una nuova generazione. Nel frattempo, ogni stabilimento avrà il suo compito. A Cassino nasceranno le nuove Alfa Romeo, gioielli di tecnologia e stile. Melfi si prepara ad accogliere la futura Jeep Compass e il ritorno in grande stile di Lancia.

La vera novità sta nell’approccio al mercato. Niente più scelte drastiche o imposizioni dall’alto: quasi tutti i nuovi modelli avranno una doppia versione, ibrida ed elettrica. Una scelta di buon senso, che tiene conto della realtà del mercato e delle esigenze dei clienti.

A Mirafiori continuerà la produzione della 500 elettrica, mentre Modena manterrà la sua vocazione per le auto di prestigio. Ad Atessa si continueranno a sfornare i furgoni che sono il pane quotidiano di artigiani e commercianti.

Rimane un punto interrogativo sulla gigafactory di Termoli. La decisione finale dipenderà da molti fattori: l’evoluzione della tecnologia, la domanda reale, la competitività del sistema paese. Intanto il governo ha messo sul piatto 1,6 miliardi di euro per sostenere l’industria dell’auto nei prossimi anni.

Non è solo una questione italiana. Il nostro paese sta giocando un ruolo chiave nel dibattito europeo sulla transizione all’elettrico. La proposta è semplice: serve più gradualità, più attenzione alle diverse tecnologie. Come quando si affronta una salita impegnativa: meglio procedere con la marcia giusta piuttosto che rischiare di fermarsi a metà strada.

È una storia di rinascita, questa. Di un’industria che non si piega alle difficoltà ma rilancia con coraggio. Di fabbriche che tornano a vivere, di operai che ritrovano la fiducia nel futuro. È la storia di un’Italia che non ha paura di scommettere sul domani, pur mantenendo salde le radici nel suo glorioso passato automobilistico.

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