Un vento di cambiamento soffia nel mondo dell’auto italiana. Due nuove fabbriche stanno per aprire i battenti, portando con sé una promessa di innovazione nel settore dei veicoli elettrici urbani.
Il panorama dell’industria automobilistica italiana sta per cambiare. In un momento in cui si parla tanto di crisi e delocalizzazioni, c’è chi va controcorrente e scommette sul nostro paese. È il caso di Umberto Palermo, un designer con una visione chiara: portare in Italia la produzione di piccole auto elettriche ispirate alle kei car giapponesi.
Un progetto che sembrava dormire nei cassetti e che invece stava solo aspettando il momento giusto per sbocciare. Il progetto Mole Urbana non è rimasto sulla carta. Dopo quattro anni di lavoro silenzioso, due stabilimenti sono pronti ad accendere i motori della produzione. Il primo sorgerà a Orbassano, in Piemonte, il secondo a Fabriano, nelle Marche.
La scommessa diventa realtà
Non saranno le solite fabbriche grigie e anonime, ma veri gioielli di sostenibilità. Lo stabilimento piemontese brillerà con i suoi 8.000 metri quadri di pannelli solari, mentre quello marchigiano punta dritto all’indipendenza energetica totale.
Ma il vero protagonista di questa storia è il veicolo stesso. La Mole Urbana è come un vestito che si adatta a chi lo indossa: può essere una comoda due posti per la città, una spaziosa quattro posti per la famiglia, o persino un agile pick-up per i professionisti. Le dimensioni? Un concentrato di praticità: si parte da 2,8 metri per arrivare a poco meno di 3,7 metri nelle versioni più lunghe. Il peso è contenuto in 470 kg, quanto basta per garantire agilità senza rinunciare alla sicurezza.
Sotto il cofano batte un cuore elettrico da 8,5 kW, circa 12 cavalli che sulla carta potrebbero sembrare pochi, ma che in città si rivelano più che sufficienti. L’autonomia? Si può scegliere: 75 chilometri con una batteria, 150 con due. Numeri perfetti per chi si muove principalmente in ambito urbano.
La vera svolta arriva dal fronte finanziario. Un gruppo di investitori ha creduto nel progetto, mettendo sul piatto 3,5 milioni di euro. CDP Venture Capital, il fondo Piemonte Next e un gruppo di industriali marchigiani hanno dato fiducia a questa piccola rivoluzione su quattro ruote. La produzione sarà un inno al made in Italy: il 99% dei fornitori sarà italiano, con l’unica eccezione delle celle delle batterie, che arriveranno dalla Cina.
Anche il processo produttivo rompe con la tradizione. Niente presse giganti o stampi costosi: la Mole Urbana nascerà da tecniche più moderne e sostenibili come trafilatura, estrusione e termoformatura. Un approccio che promette di contenere i costi e rispettare l’ambiente.
È una scommessa ambiziosa, certo. Ma in un momento in cui il mercato chiede alternative concrete per la mobilità urbana, questa piccola auto elettrica potrebbe rappresentare la risposta giusta al momento giusto. Come un sarto che cuce un abito su misura, la Mole Urbana si prepara a vestire le esigenze della città moderna, con uno stile tutto italiano.