Il colosso dei motori nella bufera: accusa gravissima, operai in condizioni disumane nelle fabbriche
Il mondo dell’automotive non sta certo attraversando un momento brillante. Per quanto riguarda i dati di vendite, per il quarto mese consecutivo il segno è stato negativo: -10,8% sulle vendite totali, per una difficoltà ormai tangibile che nel tempo potrà solo aumentare, vista anche la decisione del Governo di tagliare gli incentivi. Come fare?
Una situazione decisamente preoccupante che sta coinvolgendo tutti i marchi del mondo dell’automotive. Basti pensare che la Volkswagen è pronta ad un taglio robusto del personale, circa 15mila dipendenti, con tre fabbriche pronte ad essere dismessi. Problemi anche in casa Stellantis, con le recenti dimissioni dell’ad Tavares e l’invito da parte del Governo a John Elkann di presentarsi e riferire in Parlamento viste le ultime mosse dell’azienda.
In un quadro davvero difficile, arrivano anche notizie poco confortanti da parte di altre aziende. Il tutto è partito da un rapporto recente di Amnesty International dal nome “Recharge for Rights” che ha posto il focus sui diritti umani nelle fabbriche di un colosso mondiale dell’automotive.
Auto, il marchio è in grossi guai: maltratta gli operai
Il riferimento è alla cinese BYD che, in uno studio realizzato ad hoc, ha ricevuto la miseria di 11 punti sui 90 disponibili, il punteggio più basso tra i 13 costruttori analizzati. E le notizie che arrivano dal Brasile sono davvero inquietanti. In Sudamerica l’azienda cinese sta costruendo la prima fabbrica di auto elettriche in quel di Camaçari, precisamente nello stato a Nodest di Bahia.
Ebbene, dopo una denuncia di un sito di giornalismo di investigazione del Brasile, la Procura del lavoro del Brasile, la Agência Pública, ha dato il via ad una indagine sulle condizioni lavorative degli operai in fabbrica. Sembra proprio che i quasi 500 lavoratori cinesi lavorino 12 ore al giorno senza dispositivi di protezione tantomeno pause durante la settimana.
Condizioni umani disastrose ma non solo: nei video girati dai colleghi brasiliani, infatti, si vede anche come gli operai siano presi a pugni e calci dai superiori cinesi. Gli alloggi in cui vivono questi lavoratosi sono in evidente situazione di degrado e come se non bastasse c’è anche assenza di acqua potabile. Insomma, BYD è finita nella bufera ma ha subito risposto per le rime: ha ricevuto con disgusto le immagini che evidenziano questa situazione di degrado ed hanno ordinato l’allontanamento degli aggressori con annesso divieto di accedere allo stabilimento.