Le nuove norme sulla patente non permetteranno più di guidare a chi soffre di queste patologie. La sospensione del documento sarà immediata
Ti sei mai chiesto quanto sia importante la tua salute per guidare? Probabilmente, come la maggior parte delle persone, ti sei concentrato su altre questioni legate alla patente: la scadenza del rinnovo, le normative sui limiti di velocità o le modifiche alle zone a traffico limitato. Ma la tua idoneità alla guida non dipende solo dalle tue abilità al volante. Anche la tua salute ha un ruolo centrale e, spesso, è l’elemento che determina se puoi continuare a guidare in sicurezza.
Molte persone associano il rinnovo della patente al semplice controllo della vista, forse senza sapere che le condizioni mediche valutate durante questi esami sono molte di più. Ma cosa succede quando si scopre di avere una malattia che potrebbe influire sulla sicurezza alla guida? Non è solo una questione personale: le autorità sanitarie e quelle della motorizzazione lavorano insieme per individuare condizioni cliniche che, a lungo termine, possono compromettere la capacità di stare al volante in sicurezza. In fondo, la strada è un ambiente complesso e, anche se ci piace pensare di essere in pieno controllo, basta poco per mettere a rischio se stessi e gli altri.
Ecco perché negli ultimi anni le normative legate alla salute per il rinnovo della patente sono cambiate e, con esse, sono stati inclusi nuovi criteri medici. Esistono patologie che, in base alle nuove disposizioni, non solo limitano ma impediscono del tutto l’ottenimento o il rinnovo della licenza di guida. E la lista si è recentemente allungata.
Patente, l’impatto delle nuove malattie sul diritto alla guida
In particolare, alcune delle nuove patologie inserite nella lista riguardano condizioni che possono sembrare “comuni” o addirittura innocue per chi ne soffre, ma che per chi è al volante rappresentano rischi considerevoli. A titolo d’esempio, disturbi come la sindrome delle apnee ostruttive del sonno, che può causare stanchezza cronica e sonnolenza improvvisa, sono ora attentamente monitorati durante le visite mediche per il rinnovo della patente. Chi soffre di questo disturbo potrebbe non essere in grado di guidare in sicurezza, soprattutto in situazioni di lunga percorrenza o guida notturna, quando la sonnolenza tende a farsi sentire di più.
Non solo: anche alcuni tipi di disturbi neurologici sono entrati nella lista. Malattie che fino a pochi anni fa non erano nemmeno considerate nelle valutazioni mediche per la patente, come il morbo di Parkinson nelle sue fasi iniziali, ora sono tenute in alta considerazione. Il Parkinson, infatti, compromette non solo i riflessi ma anche la coordinazione, riducendo la capacità di risposta di chi è al volante. Eppure, non tutti i pazienti ne sono pienamente consapevoli, finché non affrontano un colloquio specifico con uno specialista per la valutazione dell’idoneità alla guida.
Un’altra novità importante riguarda i disturbi mentali e i disordini psichiatrici. Chi soffre di depressione severa, ad esempio, può perdere la capacità di concentrarsi e di prendere decisioni rapide. Questo aspetto è stato al centro di recenti dibattiti, poiché la guida richiede una presenza mentale costante e un livello di prontezza che non deve mai calare. La depressione, ma anche altri disturbi dell’umore o disturbi d’ansia gravi, possono influire negativamente su questi aspetti, e così anche il rischio di avere una crisi o un attacco di panico durante la guida viene attentamente considerato.
Le autorità hanno incluso anche le patologie legate all’abuso di sostanze. La dipendenza da alcol o droghe è già motivo di esclusione, ma anche le cure farmacologiche che alterano lo stato di coscienza potrebbero compromettere la possibilità di mantenere la patente. Persino alcuni farmaci prescritti, se influenzano il sistema nervoso centrale, possono interferire con i riflessi e con la capacità di giudizio. In questi casi, è necessario che il medico prescrittore e quello preposto al rinnovo della patente collaborino strettamente, valutando l’effettivo impatto dei farmaci sul paziente.
Per ogni patologia, le nuove normative sono state pensate per proteggere non solo chi soffre della condizione, ma anche gli altri utenti della strada. Questo tipo di valutazioni non sono facili, né per i pazienti né per i medici, perché si tratta di stabilire un equilibrio delicato tra il diritto di guida e la sicurezza. Alcuni pazienti, ad esempio, potrebbero non accettare facilmente l’idea di rinunciare alla patente, vedendola come una limitazione della propria autonomia e libertà. Tuttavia, guidare con una malattia che altera significativamente i riflessi o la lucidità mentale può avere conseguenze molto serie.