Arriva uno strumento che rischia di essere ben peggiore del classico autovelox con miriadi di multe in vista per gli automobilisti
Negli ultimi tempi in Italia si sta discutendo moltissimo sulla reale efficacia e sulla gestione dei cosiddetti autovelox ovvero i sistemi elettronici che, tramite dispositivo installato ai lati delle strade, permettono di rilevare la velocità a cui viaggia un veicolo.
Recentemente, il Ministro dei trasporti e delle infrastrutture Matteo Salvini ha fatto approvare un decreto per modificare il funzionamento degli autovelox, modificando le indicazioni su posizione, omologazione e limiti di velocità che possono essere sanzionati.
Un problema non soltanto italiano. Anche in altre nazioni europee sono presenti tali dispositivi, spesso molto discussi e poco ‘simpatici’ che generano multe e sanzioni a ripetizione ai malcapitati che non rispettano i limiti di velocità. Basti pensare ai nostri vicini della Svizzera, alle prese con un dispositivo ben più severo dei nostri.
Mettere a confronto l’autovelox italiano con il suo corrispettivo svizzero farà fare una figura docile al nostro compagno di viaggio. Parliamo del cosiddetto “Radar”, un nome che all’apparenza dovrebbe dare un’accezione positiva a tale congegno, ma che, in realtà, cela un temutissimo strumento che le autorità elvetiche hanno deciso di apporre ai lati delle carreggiate con un intento nobile: diminuire gli incidenti stradali.
Se in Italia ci si lamenta del numero di multe generate dagli autovelox, in Svizzera i cittadini sono messi molto peggio. Il Radar infatti fattura all’anno la bellezza di 14,5 milioni di franchi, una cifra altissima tenendo conto anche il numero di dispositivi installati.
Sull’autostrada A2, quella che attraversa la Svizzera da Nord a Sud, è presente il Radar che ha fruttato più multe nell’intero paese ovvero 8 milioni di franchi l’anno, 4 volte di più del famigerato e criticato autoevelox delle Dolomiti di cui si è parlato nelle scorse settimane.
Il Radar di Balerna, a pochi chilometri dalla dogana italo-svizzera, è un vero e proprio “killer”. La maggior parte delle vittime sanzionate di questo dispositivo sono cittadini stranieri in viaggio da e verso la Svizzera, multati in maniera salata per aver superato il limite di 80 km/h non così visibile secondo molti testimoni. Tra i sanzionati spicca il noto televenditore italiano Roberto da Crema che, anni fa, dovette subire anche un mini-processo per aver viaggiato a circa 150 km/h in quella frazione di strada.
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