La FIAT e la Ferrari hanno una storia molto diversa tra di loro, ma c’è un modello che ha saputo unire i due stili.
In Italia non è mai mancata la volontà di progettare quante più automobili possibili, con lo stile e l’eleganza del Belpaese che in varie occasioni hanno fatto la differenza. Lo si vede anche dal fatto che la FIAT ha saputo progettare una serie di modelli di ottima caratura pur concentrandosi prettamente sulle citycar, dunque ben lontana dal concetto di supercar invece classico in casa Ferrari.
Nonostante questo vi è stato un periodo in cui entrambi i marchi erano vincenti nelle corse, con la Ferrari che negli anni ’70 poteva contare su di un fenomeno assoluto come Niki Lauda, mentre la FIAT aveva la sua 131 Abarth per poter dominare nei rally, anche grazie all’allontanamento della Lancia Stratos. La FIAT e la Ferrari dalla fine degli anni ’60 sono diventate sempre più vicine, soprattutto per il legame con la famiglia Agnelli.
Non tutti sanno che c’è stato un periodo nel quale era possibile anche avere una FIAT, ma allo stesso essere in possesso di un veicolo che montasse al proprio interno un sensazionale motore Ferrari. Si tratta così del modello Dino, un’auto che era nata con l’intento di poter prendere parte alla Formula 2, con le sue caratteristiche che sono favolose.
FIAT Dino: la storia di un mito
Era il 1965 e per poter prendere parte alla Formula 2 era necessario che tutte le vetture montassero al massimo un 6 cilindri e che non andasse oltre i 1600 di cilindrata. La Ferrari dunque, che non era stata ancora acquistata dalla famiglia Agnelli, decise di contattare la FIAT proprio perché non aveva a disposizione alcun motore di questo genere, cercando così di trovare un accordo.
Anche la FIAT era interessata all’affare, visto che voleva mettere in strada un’auto di lusso, così nacque la Dino, sia nella variante Spider che in quella coupé. La caratteristica era proprio legata al fatto che poteva usufruire del mitico propulsore di casa Ferrari, con questo che era il V6 Dino da 1987 di cilindrata, con erogazione da 160 cavalli.
Tra le grandi caratteristiche che presentava questa auto vi era l’impianto frenante Girling, con questo che aveva servofreno e dischi autoventilati. Rimase sul mercato fino al 1972, anno in cui si pose definitivamente fine alla produzione della Spider Dino 2.0, progettata in 1163 esemplari. Un’auto ancora oggi mitica e che in varie aste la si può trovare al costo superiore ai 100 mila Euro.