Funziona con la tecnologia nucleare e ha la stessa potenza di 160 Ferrari. I segreti del mega motore americano.
Mentre il mondo si interroga su quale tecnologia possa essere più adatta per il futuro in termini di efficienza e di abbattimento delle emissioni nocive, c’è chi preferisce premere sul gas della fantasia e dell’eccesso in barba a qualunque genere di limite. In tal senso non sorprende scoprire che dietro all’inventiva si nasconde un progettista americano. Il Paese che non si pone paletti ne ha inventata un’altra.
Di chi genere? Da una sua fabbrica è uscito un motore come mai si era visto prima. Potente addirittura quanto quello di 160 Ferrari messe assieme. Vi chiederete come sia possibile. La riposta sta nel tanto osteggiato nucleare, quello che si vorrebbe combattere in quanto ritenuto tra le cause dell’inquinamento, ma che in questo caso è servito per dare vita a qualcosa che fa tremare i polsi soltanto a pensarci.
Un reattore nucleare sull’aereo, ecco perché non vide mai la luce
Gli Stati Uniti hanno di sovente proposto dispositivi a propulsione nucleare, dai razzi, ai sottomarini, dai missili, agli aliscafi fino agli elicotteri. La maggior parte delle volte però, i progetti sono rimasti solo su carta e non hanno mai visto la luce. Uno di questi è stato ordinato dal Dipartimento della Difesa ed elaborato dall’Atomic Energy Commission.
Il piano era costruire dei reattori nucleari ad hoc per alimentare le infrastrutture di terra, rendere gli aerei più rapidi ed efficienti, nonché in grado di volare più in alto e per più giorni senza bisogno del rifornimento, e quindi costruire bombardieri. Il tutto ovviamente con fini bellici. Accanto a queste progettazioni legate alla guerra se n’è affiancata una più pratica relativa agli spostamenti quotidiani.
Un’auto nucleare sviluppata a braccetto con la Ford. Chiaramente questa pazza idea non ha trovato seguito, mentre maggior credibilità e fondatezza ha avuto il programma noto come NB-36 portato avanti dalla Convair di San Diego. Questo dimostrava che era possibile portare a bordo di un velivolo un reattore senza alcun timore per i passeggeri.

Dalle dimensioni di 33×62 pollici il mega propulsore era costituito da 25mila barre di combustibile esagonali riempite con un isotopo di uranio raffinato. Sulla carta l’XNJ140E avrebbe dovuto generare 121 megakilowatt in fase di decollo, pari a 164mila cv. Un quantitativo pari all’approvvigionamento di energia elettrica per 100mila case. Per questo e per la sua pericolosità venne abbandonato.