Scoppia il caos sul mercato con il rischio di ulteriori rincari delle auto e c’è pure la minaccia dal Governo. Cosa sta succedendo.
Anche i meno attenti se ne saranno accorti. Mai come oggi il mercato dell’auto si sta mostrando in sofferenza a causa di una politica ambigua sul passaggio all’elettrico e sullo scarso appeal dello stesso soprattutto tra gli automobilisti europei. Il post Covid e la recessione non hanno certo aiutato e adesso anche i costruttori più blasonati si stanno trovando a dover tagliare il personale e la produzione per via dell’alto numero di pezzi rimasti invenduti presso i concessionari.
A questi problemi ne vanno poi aggiunti altri legati alle recenti elezioni svoltesi negli Stati Uniti. Il rischio di vedere i prezzi delle automobili schizzare ancor di più verso l’alto è infatti molto concreto e sta spaventando le Case quanto gli utenti, dando vita ad un caos generale che potrebbe ulteriormente compromettere una situazione già delicata. In particolare, a preoccupare è la minaccia arrivata dal nuovo Governo a stelle e strisce volta a penalizzare chi già è in crisi.
Trump annuncia i dazi, i produttori europei sempre più in affanno
Fedele al motto della sua campagna elettorale “Make America Great Again” e alle sue radici nazionalistiche, Donald Trump ha cominciato a definire gli ingredienti della sua seconda presidenza, anticipando che per gli avversari commerciali del Paese ci saranno provvedimenti da lacrime e sangue. Dunque, non solo dazi a gogo per la Cina, nemica storica degli States, ma pure per la zoppicante Europa. In particolare ad essere penalizzato sarà proprio il settore l’automotive.
Come? Attraverso la limitazione dell’import e l’aumento delle tasse d’ingresso. Stando alle stime del sito specializzato Carscoops, i marchi tedeschi, già nel bel mezzo di un tracollo, subiranno un calo del 10% dei profitti operativi correnti. Ad oggi dalla Germania entrano 583mila veicoli e 343mila vanno in Messico, con il paventato incremento dei dazi dal 2,5% al 12,5%, il contraccolpo si potrebbe far sentire fortissimo.
A dispetto di tali notizie sconfortanti c’è però chi come la BMW, la Mercedes e la Volkswagen non hanno esitato ad investire in impianti sul territorio americano così da poter spendere di meno per la distribuzione delle vetture. Diversamente per Porsche che commercia direttamente dal Vecchio Continente, e per Audi che produce in Messico dove si ipotizzano rincari del 200% , potrebbero esserci guai in vista.