Continuano il periodo non semplice per Volkswagen, con il colosso tedesco che deve dire addio a un dirigente in modo assurdo.
Il passaggio alla mobilità elettrica sta causando non pochi problemi alle maggiori case automobilistiche, con Volkswagen che è una delle più colpite. Questa mobilità infatti non sta minimamente sfondando nel mercato, con la maggior parte dei clienti in tutto il mondo che continua a considerare questa opzione come ancora poco attraente.
La casa tedesca di Wolfsburg ha puntato moltissimo su queste auto, rinnovando anche il proprio stabilimento per poter aumentarne la produzione. Peccato però che il risultato sia per ora fallimentare, visto come vi è anche il grandissimo rischio di incorrere in una chiusura definitiva degli stabilimenti in Germania, con la produzione che sarà dirottata unicamente all’estero.
Anche una nazione straordinaria come la Germania dunque deve fare i conti con la crisi economica del mondo delle auto. Chi sembra beneficiarne e non poco è invece la Cina, con la nazione asiatica che ha al proprio interno una serie pazzesca di materie prime adatte alla produzione di batterie elettriche. Volkswagen punta moltissimo su questo mercato per crescere e migliorarsi, ma dovrà farlo senza quello che per un po’ era stato un suo punto fermo.
La sezione cinese della Volkswagen deve fare i conti con le pesanti accuse che sono state rivolte a uno dei principali manager della casa tedesca. Sembra infatti che il dirigente Jochen Sengpiehl, ovvero il responsabile del marketing e dello sviluppo prodotti per la Cina, faccia utilizzo di stupefacenti, in particolar modo di cannabis e cocaina.
Sengpiehl è considerato uno dei più grandi geni creativi del marketing nel settore automobilistico, infatti è suo lo slogan “Das Auto”. La Bild però ha evidenziato come il controllo antidroga lo abbiano effettuato una volta rientrato da una vacanza in Thailandia, nell’isola di Ko Samui. In un primo momento era positivo solo alla cannabis, ma controlli più approfonditi nel sangue hanno trovato tracce anche di cocaina.
Per la polizia cinese non vi era possibilità di dialogo e ha immediatamente richiesto l’arresto di Sengpiehl, liberato solo dieci giorni dopo grazie all’intervento diretto di Volkswagen. Il dirigente è dunque tornato in Germania, ma non certo da eroe o da martire, perché la stampa, come si legge su Quattroruote, si è scagliata pesantemente contro di lui e contro le scelte di Volkswagen. Dalle stelle alle stalle in un attimo, con certe scelte che si pagano pesantemente.
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