Hai ricevuto questa multa? Controlla bene, perché oltre a non doverla pagare, puoi ricevere anche il risarcimento danni
La faccia della disperazione, lo sguardo di chi non se l’aspettava sono sempre quelli: ti avvicini e vedi quel foglietto attaccato al tergicristallo. Non è la solita pubblicità, tantomeno un volantino bensì la cosa tanto temuta, una multa. Soprattutto se hai l’auto magari è stata parcheggiata in divieto di sosta, in prossimità di un incrocio oppure sulle strisce pedonali.
Insomma, la situazione è irrimediabile e non puoi far altro che pagare. Le multe, però, si possono prendere per svariati motivi: sono tante, infatti, le possibili violazioni al codice della strada, sia tu stia guidando un’auto che un qualsiasi mezzo a due ruote. Guida senza cintura o senza casco è senza dubbio la più comune, ma anche guidare in stato di alterazione – alcolica oppure sotto sostanze stupefacenti – sono numerose: multe che comportano anche la sospensione della patente.
Tra le multe più comuni c’è anche quella per eccesso di velocità: un fenomeno molto diffuso che, a seconda dell’infrazione, può costare anche tantissimo agli utenti, siano essi automobilisti oppure motociclisti.
E proprio le multe per eccesso di velocità elevate con gli autovelox, sono al centro di una vera e propria bufera. Molte contravvenzioni elevate sono state annullate per l’errata taratura ed omologazione degli autovelox, giudicati quindi non a norma. Tutti gli automobilisti – e motociclisti, ovviamente – che negli hanno presentato ricorso hanno vinto e si son visti annullare la multa.
La situazione, però, si è decisamente ingarbugliata. Molti corpi di polizia locale hanno presentato ricorsi contro l’annullamento: una pratica che sta per avere un vero e proprio effetto boomerang. Altro che spese processuali, si tratta addirittura di risarcimento danni.
Il Tribunale di Imperia, in questo caos, fa decisamente giurisprudenza: un giudice, chiamato a pronunciarsi in appello dopo la sconfitta in primo grado della polizia locale, si è espresso senza mezzi termini. Ha formulato una proposta conciliativa che prevedeva la rinuncia al ricorso: in caso contrario, rischio alto di condanna per lite temeraria come previsto dall’articolo 96 del Codice Civile.
Di fatto, caso chiuso con il successo del cittadino e compensazione delle spese in luogo di una condanna praticamente certa. L’articolo 96, per chi non lo conoscesse, scoraggia una causa pretestuosa. In questo caso il giudice può condannare lo “sconfitto” al risarcimento danni su richiesta della controparte ma anche al pagamento di una somma equitativa stabilita d’ufficio.
Di fatto la decisione del tribunale di Imperia mira ad avere un effetto deterrente nei confronti delle amministrazioni che proseguono nella loro sfida sugli autovelox non omologati. Una svolta che peraltro è stata suggerita dalla circolare ministeriale di gennaio.
Il giudice, a fronte di una circolare n. 0000995 del Ministero dell’Interno (emanata lo scorso 23 gennaio) citata dal Comune, in cui è evidenziata l’equivalenza presunta tra autorizzazione ed omologazione, ha ricordato come in modo univoco la Cassazione si sia già espressa in tal senso. E proseguire su questa strada comporta solamente la condanna aggravata.
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