Se resti senza Benzina in autostrada comincia a pregare: sconcertante quanto costa, quei cartelli non sono uno scherzo

Occhio se ti trovi a dover fare benzina in autostrada: i prezzi sono davvero incredibili, è una mazzata per gli automobilisti. 

Il prezzo del carburante continua a far discutere e ad allarmare gli automobilisti. Come noto, i costi di diesel e benzina sono particolarmente suscettibili agli eventi e soggetti a frequenti variazioni. Certo il contesto attuale, quello di un mondo messo in ginocchio dai conflitti e di forte tensioni internazionali, non agevola nel poter offrire costi ridotti sul fronte del carburante. I prezzi ormai da tempo sono piuttosto allarmanti, l’intervento del governo è stato richiesto più volte, soprattutto per quanto riguarda il discorso delle accise, di cui associazioni a tutela dei cittadini hanno richiesto diverse volte (senza successo) la abolizione.

La situazione preoccupa soprattutto per quanto riguarda le autostrade. Solitamente, nei distributori fuori falla città i costi sono ancora più elevati, aumenti in genere gistificati con la necessità di mantenere l’attività aperta più a lungo per via dell’esigenze differenti di chi viaggia in autostrada, e con la presenza di maggiori servizi, come per esempio il ristoro. Ultimamente, però, i prezzi dell’autostrada hanno raggiunto vette preoccupanti anche rispetto a quella che è la media di questo segmento.

Autostrada, scoppia l’allarme sui prezzi

Sulla A1, il prezzo della benzina al servito è arrivato a toccare i 2,409 euro al litro, mentre il prezzo del diesel è di 2,319 euro. Costi simili sulla A21, con la benzina di poco inferiore a 2,399 euro al litro e il diesel a 2,299. Praticamente ovunque in autostrada la benzina al servitoha superato i 2,3 euro al litro. Non meglio la situazione in modalità service, con la benzina che sulla A1 viene a costare 2.009. Una brutta sorpresa per gli automobilisti, che hanno trovato ad accoglierli l’ennesimo rincaro.

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Autostrada, scoppia l’allarme sui prezzi – derapate allaguida.it

Gli importanti aumenti dell’ultimo periodo sono da ricondurre agli ulteriori costi a carico delle aziende per la quota d’obbligo di miscelazione annuale dei biocarburanti, che si traducono in prezzi più alti per il consumatore, oltre alla quotazione del petrolio. La motivazione non sembra però avere troppo convinto le associazioni di categoria, che protestano e richiedono la massima attenzione da parte del Governo, per evitare che vengano proposti prezzi folli e fuori controllo. La situazione è certamente destinata a tornare a far discutere, vista anche la questione legata all’accise di auto a diesel e benzina, che il governo vorrebbe riallineare a quelle con la benzina in un vicino futuro.

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