Ultima ora per l’Automotive in Italia. La decisione del Governo travolge anche Stellantis, si tratta di un vero dramma per il futuro delle quattro ruote nel nostro Paese: cosa succede? I dettagli
La transizione verso le zero emissioni inizia ad assumere i tratti di una missione (quasi) impossibile. Almeno in Italia. Il nostro Paese non riesce a svecchiare il proprio parco auto circolante, tra i più datati ed obsoleti dell’Europa occidentale. L’inquinamento registrato negli ultimi report specializzati hanno allertato istituzioni ed organizzazioni, ma l’elettrico non sembra fare presa sull’automobilista italiano.
E andrebbe anche capito. Costi elevati di acquisto, gestione e manutenzione, senza contare la poca praticità che questi mezzi comportano nel nostro Paese. A questo si aggiunge una gestione politica tutt’altro che lineare e tesa ad aiutare una produzione sostenibile (e accessibile) di auto elettriche in Italia.
Un chiaro esempio è quanto successo a Termoli, costretta a dire addio ai 226 milioni di euro previsti dal Pnrr per la realizzazione della nuova gigafactory (destinata alla produzione di batterie per auto elettriche, ndr). Una vera e propria doccia fredda, che mette in crisi la realizzazione del nuovo stabilimento entro il 2026.
Ad annunciare il dietrofront è il Ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso: “I fondi provenienti dal Pnrr verranno ricollocati altrove. Non più destinati alla gigafactory, ma indirizzati verso altri investimenti”. Che tipo di investimenti? Il Ministro assicura: “Sempre coerenti con la transizione energetica ed ecologica di tutto il comparto”.
Nonostante la notizia sia stata avvertita come un dramma (con tutte le buone ragioni) per l’ennesima occasione persa circa l’elettrico in Italia, Urso precisa: “Da parte del Governo c’è tutta la disponibilità e l’ambizione a rivalutare lo stanziamento di altri fondi per Termoli”.
Il tutto, però, prima di aggiungere una postilla. Come ribadito dallo stesso Ministro, si attende un progetto più definito da parte di Acc (l’alleanza tra Stellantis, Mercedes e Total tramite la Saft). Una decisione commentata con rammarico dal numero uno di Stellantis, Carlos Tavares, che ha accusato di abbandono i governi europei, dopo le promesse di sostegno alla classe media e all’obiettivo di realizzare auto elettriche al di sotto dei 25mila euro. I sindacati, intanto, si preparano alla mobilitazione. Il comparto quattro ruote in Italia è pronto a scuotersi.
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