Insoliti problemi per Stellantis e Ducati, con il caso che ha lasciato davvero senza parole tutto il mondo.
Non è di certo un periodo semplice per il mondo dei motori, con tante aziende che stanno cercando di sistemare i cocci dopo un 2024 nero per molti. Le vendite non stanno andando nella direzione sperata e gli investimenti per una produzione che possa essere sempre più elettrica stanno prosciugando le casse.
Lo sa molto bene il Gruppo Stellantis, costretto non solo a interrompere in vari casi la produzione, ma anche di vendere aziende strategiche per la sua crescita come nel caso di Comau. Anche Ducati, nonostante il periodo d’oro nelle corse, deve fare i conti con una situazione che non è del tutto brillante, per usare un eufemismo in casa Volkswagen.
Giunge però dalle pagine di Torino Cronaca una notizia che è davvero clamorosa. I mancati pagamenti anche di grossi proprietari hanno messo in crisi il settore, con una grande aziende che è costretta a mettere in cassa integrazione i suoi dipendenti a causa dei mancati pagamenti e tra i grandi committenti ci sono anche dei problemi con grossi marchi.
Tcn Vehicles: il crollo dell’azienda
La TCN Vehicles solo a inizio 2024 festeggiava i grandi risultati con un sensibile aumento del fatturato, ma nella seconda metà dell’anno le cose non sono andate nel migliore dei modi. L’azienda infatti è uno dei grossi colossi per quanto riguarda la produzione di varie componenti dell’auto, tra cui varie scocche, pedali e freni.
Sono tantissimi i marchi di lusso che sfruttano i loro servigi, ma purtroppo i cali sono drastici da parte di tutti i committenti. Lo ha spiegato il CEO di TCN, ovvero Andrea Zanni, con questi che ha sottolineato come siano cancellati gli ordini da parte di Stellantis, e anche Mercedes e il Gruppo Volkswagen, di cui fa parte anche Ducati, hanno dovuto ridurre sensibilmente gli ordini.
Questo dunque ha portato alla mai facile decisione di indire la cassa integrazione per i 143 dipendenti dello stabilimento, con queta condizione che partirà dal 7 gennaio 2025 e durerà per ben tredici settimane. La sede di Alba, in provincia di Cuneo, deve cercare così di rialzare la testa e mettere assieme i cocci per evitare il tracollo. Un 2024 dunque di grandi alti e bassi, con la TCN che aveva toccato il cielo con un dito con il raddoppio del fatturato in tre anni, prima di arrivare un secondo semestre del 2024 che ha fatto tremare tutti.