Per il gruppo Stellantis i guai non accennano a terminare, ed ora emerge una data chiave per il futuro della holding di John Elkann.
Un 2024 da incubo per il gruppo Stellantis, e credeteci che, in base ai dati, non ci sono altri termini per definirlo. Il primo semestre ha fotografato una situazione di crollo rispetto al 2023, con vendite in calo ed un tracollo degli utili, anche in proiezione sulla fine dell’anno. La holding multinazionale olandese, nelle parole di Carlos Tavares, starebbe anche pensando a tagliare i marchi meno redditizi, tant’è che si era arrivati a pensare ad un nuovo acquisto della Maserati da parte della Ferrari, voce poi smentita.
Come se non bastasse, continuano i botta e risposta tra Stellantis ed il Governo, con l’esecutivo che vuole accelerare i tempi per l’ingaggio di un secondo produttore di auto, probabilmente in arrivo dalla Cina. La controllata di John Elkann non sta mantenendo le promesse in termini di investimenti, ed ora il Governo vuole vederci chiaro. Nel frattempo, è stata fissata una data che potrebbe decidere il futuro del colosso delle auto nel nostro paese.
Il Ministro Adolfo Urso non le ha mandate a dire al gruppo Stellantis, alimentando la tensione già estrema che si respirava in questi mesi. Per questo motivo, per il 17 di settembre, al Mimit, è stato fissato un nuovo incontro sulla Gigafactory di Termoli, in Molise, per discutere con le parti coinvolte della riconversione del sito. Al momento, questo stabilimento è di proprietà della ACC, vale a dire una joint venture che vede impegnate la stessa holding di John Elkann, la Mercedes e Total Energies.
Ma quale potrebbe essere il destino di questo stabilimento? L’idea è quella di farlo diventare un polo per l’assemblaggio delle batterie delle auto elettriche, dal momento che Stellantis, dal 2030 in avanti, vuole vendere solo BEV almeno in Europa. Per far sì che ciò avvenga, occorrerà accelerare i tempi, dopo che un primo tavolo d’incontro si era già riunito lo scorso 11 di giugno.
Secondo quanto emerso, all’incontro ci saranno i sindacati, la Regione Molise e le tre aziende sopracitate, che sono le proprietà del sito di produzione di Termoli. Se il progetto andasse a buon fine, verrebbero ricreati tanti posti di lavoro, in modo da allentare la tensione che si è creata in questi mesi. Vi aggiorneremo su quelli che saranno i risultati del vertice.
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