Una serie di preoccupanti dimissioni causano problemi agli autosaloni del Gruppo Stellantis con una categoria colpita in particolare.
L’anno che si avvia al giro di boa dell’estate, il 2024, sarà forse ricordato come uno dei più complicati dal punto di vista delle relazioni con Governo e lavoratori per il Gruppo Stellantis, colosso di natura internazionale che a noi italiani interessa particolarmente – contiene il Gruppo FIAT e vanta tantissimi importanti stabilimenti produttivi nel nostro paese – per tanti motivi.
L’azienda con sede nel territorio olandese si è trovata nell’ordine a fare i conti con un battibecco di natura politica con il Governo Meloni che lo ha accusato di aver de- localizzato la produzione di automobili dall’Italia all’estero indebolendo i lavoratori di strutture italiane, accuse che il brand ha respinto al mittente, con diverse proteste dei sindacati legate proprio a questa questione e infine, anche con la questione delle Topolino bloccate al porto di Livorno per delle bandierine italiane che avrebbero dato una falsa percezione della provenienza delle vetture.
La situazione si va via via regolarizzando per molte di queste questioni ma al momento, il Gruppo Stellantis ne ha ancora almeno un’altra aperta riguardo le dimissioni della sua dirigenza. L’azienda si trova in effetti in un momento molto delicato dato che nel giro di nemmeno un anno ben quattro figure fondamentali per l’azienda si sono allontanate da questa, prendendo una strada diversa, lasciando un importante vuoto nella dirigenza del consorzio.
Stellantis si è trovata a fare i conti con alcuni addi importanti: tra questi abbiamo quello di Richard Schwarzwald, CXO dell’azienda che si occupa del rapporto e della fidelizzazione dei clienti che avrebbe lasciato per ragioni personali; quello di Jim Morrison che l’anno scorso ha lasciato il suo ruolo di CEO della sezione nord americana di Jeep, quella di Jason Stoicevich che risultava vice presidente del programma vendite al dettaglio del brand negli States. In ultimo, ha mollato anche Tim Kuniskis che da un trentennio buono era presidente di RAM.
Tutti addi importanti che vanno a pesare in particolare modo sugli organi di vendita del Gruppo Stellantis negli USA dove adesso urge una rapida riorganizzazione del personale e soprattutto una politica che possa portare stabilità a diversi marchi come gli stessi Jeep e RAM privati di figure chiave in un momento delicato. Il rischio maggiore è rappresentato dalla perdita di fiducia nel brand da parte dei proprietari degli autosaloni sul territorio a stelle e strisce.
“Ciò che mi preoccupa è che le persone che sanno vendere automobili negli Stati Uniti se ne stanno andando”, dice David Kelleher, ex presidente dello Stellantis National Dealer Council americano. Insomma, proprio quesì figure con una enorme esperienza nel settore davano grande sicurezza ai rivenditori americani e non sarà facile rimpiazzarli. Vedremo come l’azienda di John Elkan e Carlos Tavares saprà sopperire alla mancanza di questi personaggi chiave.
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