L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, è stato criticato in modo aspro dai suoi lavoratori. Arrivano dichiarazioni sorprendenti.
Carlos Tavares è l’amministratore delegato e l’amministratore esecutivo di Stellantis. Sotto la sua guida, il Gruppo italo-francese ha avuto una crescita verticale. Tra i suoi obiettivi c’è quello di una mobilità green in linea con gli obiettivi politici europei. Dare Forward 2030 permetterà a Stellantis di essere la prima azienda del settore Automotive ad azzerare le emissioni di carbonio entro il 2038.
Nel corso della sua carriera, Tavares ha ricoperto il prestigioso ruolo di Presidente del Consiglio di Gestione di Groupe PSA da marzo 2014, dopo aver lavorato come Chief Operating Officer di Renault dal 2011 al 2013. Dal 2009 è stato nominato Executive Vice President e Presidente del Management Committee Americas e Presidente di Nissan North America per Nissan.
Negli Stati Uniti è scoppiato il panico per delle decisioni che non sono andate giù ai lavoratori. Tavares avrebbe, prima di tutto, deciso di ostacolare la vendita di alcuni suoi concessionari legati ai marchi Alfa Romeo e Maserati. Il colosso italo-francese è corso ai ripari con una difesa anche in merito a dei presunti dati ingannevoli diffusi negli USA. I dipendenti Stellantis si sarebbero appellati alla United Auto Workers, il sindacato dei lavoratori del settore, minacciando uno sciopero nazionale.
Il motivo? Non sarebbero stati mantenuti degli impegni circa gli investimenti e l’innesto di nuove risorse. L’apertura di una gigafactory per batterie dal valore di 3,2 miliardi di dollari e di una fabbrica di autocarri da 1,5 miliardi di dollari a Belvedere, nell’Illinois, avrebbe dovuto occupare sino a 5.000 lavoratori entro il 2028. Promesse che non sarebbero state mantenute.
Stellantis nella bufera
Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti avrebbe investito cifre importanti per trasformare le factory di Belvedere e quello di Kokomo nell’Indiana per la produzione di EV. Il crollo delle vendite avrebbe fatto ritrattare Tavares. I numeri, sino ad oggi, si sono rivelati molto al di sotto delle aspettative. Per gestire la situazione sarebbero partite lettere di licenziamento.
Il Gruppo avrebbe spedito 2.450 lettere di licenziamento indirizzate agli operai. Questi ultimi hanno deciso di manifestare pubblicamente tutte le preoccupazioni. Tavares non si è fatto vivo. L’arrivo in fabbrica del manager è stato cancellato. “Volevamo che lui sentisse di persona, forte e chiaro, che gli stiamo solo chiedendo di onorare le promesse, di onorare il contratto e di portarlo a termine. Noi tutti siamo orgogliosi del nostro lavoro e di quello che produciamo“, ha annunciato un sindacalista come riportato su Detroit News.