Una telefonata ha cambiato il destino di migliaia di famiglie torinesi: ecco cosa sta succedendo nel gruppo chiave per l’auto italiana
Lo stabilimento era fermo da settimane. Niente rumori, niente odori di vernice, niente voci nei corridoi. Solo silenzio e preoccupazione. Gli operai a casa con la cassa integrazione hanno fatto i conti con stipendi dimezzati, mentre le spese restavano le stesse.
Chi l’ha provato lo sa, gli altri possono solo immaginarlo. Le bollette non aspettano. Il mutuo nemmeno. Tanti hanno chiesto aiuto ai parenti, altri hanno rinunciato alle piccole spese quotidiane. I lavoratori della Maserati erano i più preoccupati – dovevano aspettare febbraio per tornare in fabbrica.
Finalmente si riparte
La notizia è arrivata all’improvviso, con uno squillo. Stellantis riparte a Mirafiori. La linea della 500 elettrica riprende lunedì 20 gennaio. Prima toccherà alla revisione preventiva, poi alla cabina smalto e alla revisione finale. Il reparto montaggio tornerà operativo il 27.
La vera sorpresa, questa volta in positivo, riguarda la Maserati. Gli addetti alla lastratura e sigillatura rientrano martedì 21, non a febbraio come temevano. Lavoreranno fino a venerdì 24. Non è molto, ma è un segnale importante.
Si parte con trenta vetture da produrre, quantità d’altri tempi. Sembra poco, e lo è, eppure significa tanto. Ogni auto comincia a rimettere in moto decine di persone, porta una speranza a chi la stava perdendo del tutto. Non stiamo parlando solo gli operai della linea – anche i fornitori riprendono, i trasportatori tornano a lavorare, le mense riaprono. Pure le ditte delle pulizie ricominciano a lavorare normalmente.
I sindacati hanno accolto bene la notizia. Le famiglie non reggevano più con gli stipendi ridotti. Ora possono ricominciare a respirare, senza l’incubo delle bollette da pagare. Lo stabilimento torinese resta centrale per Stellantis. La 500 elettrica è l’auto del futurio, le Maserati vengono da un passato glorioso ma portano nel mondo il nome di Torino e l’eccellenza italiana. L’anticipo della produzione fa capire che l’azienda crede ancora in questo stabilimento.
I capannoni torneranno a vivere. Le sirene riprenderanno a suonare. Gli operai ritroveranno le loro abitudini: sveglia presto, caffè al bar vicino, le chiacchiere con i colleghi durante le pause. Le loro famiglie dormiranno per un po’ più tranquille.
La città intera si risveglia. Mirafiori non produce solo auto – fa girare l’economia di un quartiere intero. Gli operai aspettano lunedì con un misto di sollievo e stanchezza, la preoccupazione comincia tingersi di speranza. Tornare al lavoro significa alzarsi all’alba, sopportare il freddo e la fatica. Eppure significa anche ritrovare la normalità, uno stipendio pieno, la dignità di portare a casa il pane. È questo quello che conta di più.