È una Vespa che sorprende da tutti i punti di vista, l’archetipo Vespa. Un’idea e uno spettacolo che i collezionisti si contendono furiosamente
All’inizio sembra una delle tante: linee semplici, niente fronzoli, un nome che non fa tremare i polsi come la GS. Eppure, la Vespa 150 VBB, apparsa nell’ottobre del 1958, ha scritto una pagina speciale nella storia delle due ruote italiane, una pagina da cui nasce tutto il mito Vespa che continuiamo a vivere oggi
Arrivata proprio mentre l’Italia si godeva la sua stagione più spensierata, quella della Dolcevita, questa Vespa non era la regina dei salotti, ma il mezzo scelto da chi voleva muoversi con stile, senza pensieri. Non era raro, infatti, vederla sfrecciare tra i paparazzi di via Veneto, in cerca dello scatto rubato alla star di turno.
La Vespa che ha cambiato tutto
A prima vista non colpisce, o almeno questa può essere l’impressione. Il design è sobrio, quasi timido, ma basta guardare sotto la carrozzeria per capire che qui c’è qualcosa di diverso: il motore, alimentato da una miscela al 2% invece che al 5%, segna una svolta: robusto, affidabile, praticamente eterno. E infatti resterà quasi identico fino all’arrivo della PX, l’ultima vera Vespa prodotta a Pontedera.

Il successo, diciamolo subito, non tarda ad arrivare e già nel primo anno si contano oltre 124.000 esemplari in circolazione. Un successo sempre a rischio, perché il mondo anche nel 1958 cambia in fretta: la Lambretta Li si fa avanti con ruote da 10 pollici e cambio a quattro marce, mentre le utilitarie, spinte dal boom economico, iniziano a sottrarre clienti alle due ruote. Piaggio capisce che serve una risposta.
Ecco allora, nel 1961, la Vespa 150 che si fa “adulta”: non rivoluziona le forme, ma introduce una serie di migliorie mirate: parafango anteriore con modanatura, cambio a quattro rapporti per stare al passo con la concorrenza, carburatore con starter integrato, guarnizione in alluminio alla base del cilindro per evitare i rari ma fastidiosi grippaggi. Arrivano anche nuovi avvolgimenti per le bobine, per garantire luce stabile anche ai bassi regimi, come impone il nuovo Codice della Strada. E poi il rubinetto della benzina e il filtro aria, entrambi rivisti.
La Vespa 150 VBB, così aggiornata, diventa un mezzo maturo: affidabile, economico, leggero e con una manutenzione davvero ridotta al minimo: Piaggio consiglia il cambio dell’olio ogni 8.000 km, la pulizia delle puntine e, ogni 4.000 km, quella di testa, pistone, marmitta e filtro aria. Oggi, con gli oli sintetici, la fatica si riduce ancora.
Tra VBB1T e VBB2T, in poco più di due anni, escono 145.000 esemplari, a cui si aggiungono altri 127.260 della VBB2T, in listino fino al 1965. Non sarà la più lussuosa, non sarà la più appariscente, ma la Vespa 150 VBB è la madre di tutte le Vespa moderne. E oggi, per chi la trova, è davvero un sogno da collezionisti.