In arrivo la batteria sviluppata in Europa dalla super autonomia. Le auto elettriche vicine alla svolta.
Se in Asia, in Cina soprattutto, il mercato delle auto elettriche sta andando a gonfie vele, in occidente la storia è diversa. Sebbene in alcune zone i risultati siano più che soddisfacenti, lo scetticismo è ancora imperante e le ragioni sono diverse. Dal costo elevato, alla mancanza di infrastrutture per la ricarica, dalla scarsa autonomia, alla convinzione che questa tecnologia non possa essere la panacea di tutti i mali ambientali.
A ciò va sommata la dipendenza dal Paese del Dragone per quanto concerne la fornitura delle materie prime utili per la realizzazione delle batterie che, inevitabilmente, fa lievitare il costo finale. Per tentare di risolvere almeno una parte di queste problematiche, alcuni costruttori europei si sono rimboccati le maniche per studiare alternative capaci non solo di abbattere le spese, ma altresì di rendere gli accumulatori più efficienti.
Dopo tanto ricercare la svolta potrebbe essere vicina grazie alla Germania, prima nazione a capire la necessità di fare qualcosa per spezzare la catena che obbliga a passare da Pechino e soprattutto rendere gli EV meno stressanti sotto il profilo della ricarica. Autori degli esperimenti che potrebbero rivoluzionare il settore, un gruppo di studiosi del Fraunhofer IFAM.
La tecnologia da loro sviluppata riguarda il controllo in tempo reale dello stato degli accumulatori, in modo che possano durare più a lungo, ma altresì essere più sicure ed affidabili. Tutto ruota attorno ad un metodo, la spettroscopia di impedenza, che implementata a dovere permette di passare ai raggi X il funzionamento interno delle batterie.
Finora tale metodologia ha presentato diversi limiti, ad esempio poteva essere adoperata soltanto a batteria ferma e per avere i dati bisognava attendere almeno 20 minuti, ma d’ora in avanti sarà possibile effettuare il monitoraggio con il veicolo in movimento. Il funzionamento del dispositivo è semplice. Una volta inserito emette dei segnali elettrici più frequenze in fase di recupero dell’energia o di scarica.
Analizzando tali impulsi il software riesce a comprendere cosa sta accadendo all’interno delle celle individuando eventuali anomalie. In questa maniera diventa più semplice prevenire il surriscaldamento, così come l’adattamento per rallentarne l’usura. Compatibile con diverse soluzioni chimiche questo strumento potrebbe essere utilizzato anche in campo marittimo e nell’aviazione.
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